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3/1/2014 - Repubblica Centrafricana - Bangui, nuove tensioni tra gli sfollati
Foto dell'articolo -REPUBBLICA CENTRAFRICANA – BANGUI, NUOVE  TENSIONI TRA GLI SFOLLATI

(ANS – Bangui) – Centinaia di civili cercano di raggiungere i campi degli sfollati  per mettersi al riparo da nuovi attacchi e da rappresaglie; la situazione è estremamente grave, come confermano i mezzi di comunicazione.

“Con l’arrivo delle truppe straniere, si dà l’impressione di una certa sicurezza, però i soldati, al presente proteggono solamente lo spazio del centro città, i quartieri periferici  al momento non godono di nessuna sicurezza”, racconta un salesiano chi lavora in Bangui.

Al di là della paura e delle condizioni di vita quotidiana sempre più difficili, nel campo sfollati presso i salesiani le persone stanno sempre aumentando. L’insicurezza diffusa sta rallentando, o addirittura impedendo in alcuni posti, la consegna di cibo, acqua e medicinali, oltre l’assistenza sanitaria,  nei luoghi che ospitano complessivamente più di 370.000 sfollati. Nelle due opere salesiane di Bangui ci sono più da 60.000 rifugiati.

Il direttore di una di esse scrive: “ Ieri si sono avuti combattimenti con morti e molti feriti; di questi ultimi ne abbiamo potuto accogliere solo tre. Uno  molto grave e non so se sopravvivrà. Ieri si è dovuto evacuare l’ospedale “comunitario”. L’evacuazione è un rischio perché si incontrano persone armate sulle strade . Grazie a Dio sono potuti arrivare “medici senza frontiere” spagnoli”.

Continua il direttore della casa salesiana: “L’ emergenza sanitaria e la mancanza di mezzi si somma alla crescente violenza tra la gente.  Nelle vicinanze trovammo giovani quasi tutti con maceti e armi pronte al combattimento. Al vederli, si sentiva la bestialità umana. Vedevo sui loro volti quanto violento può essere l’uomo. Vive in condizioni inumane, ma è pronto ad andare alla guerra. E’ un fatto che non riesco a spiegarmi. Viviamo in un tasso di insicurezza inspiegabile. Tutto può essere motivo di malinteso. Soprattutto per la gente semplice. Si deve evitare da esprimere il proprio parere.  Una situazione confusa che non garantisce la vita a nessuno”.

Intanto sul fronte diplomatico la crisi centrafricana è al centro dell’agenda dei paesi dell’Africa centrale e della Francia. Il presidente congolese Denis Sassou Nguesso – mediatore regionale – si è detto “preoccupato per la possibile implosione del Centrafrica, a causa della presenza di forze negative, con conseguenze molto gravi anche oltre l’Africa centrale”.

Pubblicato 03/01/2014

comunica ANS news


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