(ANS – Città del Vaticano) – I lavori del Sinodo, la Nuova Evangelizzazione, il ruolo dei laici e, soprattutto, la centralità di Gesù non solo nella Teologia, ma soprattutto nella pratica pastorale della Chiesa: su questi temi si è concentrato mons. Timothy Costelloe, arcivescovo di Perth, Australia, in una lunga intervista concessa a ZENIT, dove ha ripreso i punti del suo intervento rilasciato al sinodo dei vescovi.
La complessità della Nuova Evangelizzazione, ha confessato il prelato salesiano nell’intervista, lo ha stupito: “Coinvolge così tanti aspetti, e penso che molti di noi stiano iniziando solo ora ad avere un po’ più chiaro in mente cosa significhi”.
Anche la diversità dei contesti in cui la Nuova Evangelizzazione dovrà essere applicata, rischierebbe di far perdere l’orientamento: “Qui ci sono vescovi di tutte le parti del mondo, alcuni di paesi che erano tradizionalmente molto cristiani (…) e molti altri in cui il Cristianesimo è un nuovo fenomeno”, ha precisato l’arcivescovo.
Per questo motivo, nel suo intervento rilasciato lo scorso 9 ottobre all’assise sinodale, alla quale partecipa come membro eletto della Conferenza Episcopale Australiana, mons. Costelloe aveva sottolineato alcuni punti cardine della Nuova Evangelizzazione, tutti fondati sul cuore stesso del cristianesimo, la figura di Gesù. Nel suo discorso il presule aveva evidenziato alcuni punti:
Il tema della centralità di Cristo e del ritorno a Lui sta molto a cuore al presule, che infatti nell’intervista vi ritorna con frequenza, specificando come in questo processo anche i laici devono essere partecipi e protagonisti: “I giovani, ad esempio, molto facilmente vengono attratti da Gesù, una volta che cominciano a capire chi è, secondo come è presentato nelle pagine dei Vangeli, nella tradizione della Chiesa. Una volta che le persone capiscono chi è questa persona, penso che il desiderio non solo di seguirlo, ma di impegnarsi per Lui, di diventare suoi discepoli, suoi amici, suoi collaboratori, credo inizi a prendere la gente”.
Ed anche: “Un punto molto evidente è che la Nuova Evangelizzazione dipende dai nuovi evangelizzatori. Uno dei nostri compiti è quello di individuare le persone nelle nostre comunità diocesane, nelle nostre comunità parrocchiali, nei vari corpi ecclesiastici, nelle scuole, ovunque siano queste persone già presenti, e lavorare davvero insieme a loro, per aiutarli a capire quanto questo loro compito sia importante, in modo che poi diventano appassionati ed entusiasti”.
L’intervista a mons. Costelloe è pubblicata su Zenit, in lingua inglese, in due parti (1 – 2).
Pubblicato il 23/10/2012