(ANS – Madrid) – “In Liberia da oltre 15 giorni non ci sono stati nuovi casi di infezione. In Sierra Leone, le nuove infezioni sono scese a 10 al giorno, nelle ultime settimane. Le buone cure, il corretto trattamento dei sintomi, una migliore alimentazione dei malati e il sostegno emotivo hanno ridotto il tasso di mortalità tra gli infetti dal 70% al 40%”, riporta don Jorge Crisafulli, Superiore dei Salesiani dell’Africa Occidentale Anglofona.
I salesiani si stanno dedicando agli orfani dell’Ebola. Oltre 200 bambini tra i 4 e i 17 anni sono passati attraverso il centro “Interim Child Care” aperto dai religiosi. “Alcuni sono arrivati molto deboli, incapaci di parlare o camminare. Con una buona alimentazione e attenzioni hanno cominciato a sorridere. E questo è meraviglioso” spiega. I salesiani ora si trovano affrontare nuove sfide con questi bambini, dal momento che molti sono stati espropriati delle terre ed eredità dai loro genitori. “Abbiamo assunto avvocati per difendere i loro diritti”, spiega don Crisafulli.
Al di là delle cifre positive, ci sono drammi reali. Ad esempio, in un piccolo villaggio della Sierra Leone, sono morti 83 dei 240 abitanti; e molti bambini hanno un ricordo traumatico delle ambulanze che presero i loro genitori e non hanno fatto più ritorno.
“Adesso comincia una nuova sfida, lavorare per il recupero di alcuni paesi che sono rimasti traumatizzati” spiega il salesiano. Le conseguenze sociali ed economiche sono molto gravi, in quei paesi che già erano molto vulnerabili. “Si apre una nuova tappa in cui l’educazione, i bambini a rischio e gli aiuti alle famiglie più povere saranno le nostre priorità” dice don Crisafulli.
Dalla Procura Missionaria Salesiana di Madrid l’invito è a non abbassare la guardia. “Non possiamo dimenticare le sofferenze di milioni di persone e, anche se il recupero completo può richiedere 5 o 6 anni, continueremo ad aiutare e sostenere i più vulnerabili”, dice Ana Muñoz, portavoce dell’organizzazione.
Pubblicato il 18/03/2015