(ANS – Freetown) – Intervistato dal quotidiano “Awoko”, il salesiano coadiutore Lothar Wagner, direttore della ONG salesiana “Don Bosco Fambul”, fornisce un quadro aggiornato sull’impegno dei salesiani a sostegno dei minori vittime dell’Ebola.
Di fronte all’epidemia di Ebola, qual è la situazione dei bambini e dei giovani?
I bambini e i giovani sono molto ansiosi e insicuri. Le scuole sono chiuse e i campi da calcio sono vuoti. Oltre 2.000 bambini hanno perso i genitori a causa del virus. Molti altri hanno contratto la malattia e sono morti. In particolare nelle zone rurali, dove l’assistenza medica non c’è o è praticamente inesistente. E un enorme numero di bambini che è stato possibile curare continua ad essere emarginato dalle famiglie e dalle comunità.
Come si manifesta in loro il trauma?
I bambini hanno un profondo desiderio di incontro e di relazione. Ma questo viene bruscamente sconvolto dalla morte dei loro genitori e dallo stigma che pesa su di loro, che richiedono un nuovo inizio, in condizioni diverse. I bambini traumatizzati che arrivano al nostro centro sono introversi e fanno poche cose, fissando il vuoto e restando in attesa tutto il giorno.
Cosa fanno i Salesiani per questi bambini?
Ciò che è importante per questi bambini ora è una cura olistica. Il cibo e un materasso non bastano più. Sono importanti anche le attività per la guarigione dal trauma, terapia anti-stress, giochi di gruppo, consulenza individuale e di gruppo, la cura familiare e il tempo libero. Ciò che è più importante, però, è essere lì per questi bambini, in questa difficile situazione. Per questo scopo, abbiamo costruito un centro dedicato proprio a loro, ultimato nello scorso settembre, in grado di accogliere 60 bambini.
Alcune organizzazioni lamentano un aumento di abusi sessuali su ragazze dall’inizio della crisi di Ebola. Ce lo conferma?
Purtroppo sì, nel recente passato abbiamo accolto un maggior numero di ragazze vittime di gravi abusi sessuali. Questo è il motivo per cui c’è bisogno di un aiuto più direttamente rivolto a queste bambine. C’è bisogno di più ONG che si occupino direttamente dei bambini e non solo che ne parlino. Questo non aiuta le ragazze abusate.
Don Bosco Fambul è presente anche nel carcere di Pademba. L’epidemia si sente anche là?
Sì, anche lì. Ogni giorno Don Bosco Fambul si prende cura di oltre 100 prigionieri giovani e malati. Oltre a cibo e assistenza legale, forniamo loro assistenza medica. E abbiamo appena consegnato 10 tavoli da ping-pong e 50 giochi da tavolo: fa parte del sistema di riabilitazione e reintegrazione.
L’ONG salesiana è anche nota per i suoi operatori sociali che si preoccupano dei bambini di strada a Freetown...
Esatto. E dal 1° dicembre siamo sulla strada ancora di più nella notte, dato che per le strade si trovano i primi orfani dell’Ebola. 20 assistenti sociali vanno nella notte per le “periferie”, come Papa Francesco ci chiede di fare. Perché come religiosi dobbiamo svegliare e scuotere la società.
Pubblicato il 09/12/2014