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16/8/2009 - Italia - Confronto Europeo 2009: Incontro con Don Chávez e Madre Reungoat
Foto dell'articolo -ITALIA – CONFRONTO EUROPEO 2009: INCONTRO CON DON CHÁVEZ E MADRE REUNGOAT

(ANS – Colle Don Bosco) – Il quarto tema del Confronto del Movimento Giovanile Salesiano dell’Europa è stato quello della “la scuola” che esprime, nel carisma salesiano, la dimensione dell’educazione e della preparazione alla vita. Al centro della giornata di ieri, 15 agosto, l’incontro con Don Pascual Chávez, Rettor Maggiore dei Salesiani e Madre Madre Yvonne Reungoat, Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

 

I giovani hanno avuto modo di intervistare i due superiori generali sulla storia della propria vocazione, il futuro del MGS in Europa, l’attualità del cortile salesiano e del Sistema Preventivo, il contributo dei laici e dei consacrati nella Famiglia Salesiana.

“Nella mia vita salesiana sono sempre stata felice, non ho incontrato difficoltà insormontabili. Solo in un preciso momento, mi sono sentita frenata dal fatto che non io, ma Gesù avrebbe dovuto decidere della mia vita. Ma poi mi sono convinta, e lo sono ancora, che Gesù ci porta a delle cose più grandi di quelle che immaginiamo e ci fa fare cose che non avremmo mai pensato”, ha detto Madre Reungoat raccontando la storia della propria vocazione. “Devo dire che mia mamma mi ha fatto il dono della vocazione, insieme a quello della vita”, ha affermato Don Chávez ricordando poi i tre momenti di difficoltà e riflessione vissuti entrando in noviziato, alla vigilia dell’ordinazione diaconale e quando il Rettor Maggiore Don Vecchi gli chiese di interrompere il suo dottorato per tornare in Messico come direttore del telogato.

Per ambedue i superiori il MGS è chiamato ad essere un segno di speranza in Europa; perché questo si realizzi è necessario che i vari gruppi della Famiglia Salesiana collaborino a creare una rete sinergica.

Alla domanda su come pensare il cortile di Don Bosco oggi, il Rettor Maggiore ha ricordato che il successo dell’oratorio di Valdocco aveva tre segreti: far sentire i giovani a casa, offrire loro strumenti per a vita e portarli a Cristo. Madre Reungoat ha ricordato che i “cortili” di oggi sono lì dove sono presenti i giovani.

“Come Don Bosco trasmetterebbe Cristo ai giovani di altre fedi e culture”, ha chiesto Karolina della Polonia; “parlerebbe di Cristo raccontando la sua storia. - ha risposto Don Chávez - Cristo è anzitutto una persona che è nata, non è un mito e una ideologia. La nascita di Gesù, il modo in cui è stato educato da Maria e Giuseppe a diventare figlio di Dio, sono fatti da raccontare”.  “Don Bosco dimostrerebbe ai giovani che Dio li ama attraverso il Suo amore. – ha incalzato Madre Reungoat - Il grande messaggio di Don Bosco è quello di avere dimostrato concretamente ai giovani, con tutti i suoi mezzi, che loro importanti per Dio.

“Mi confronterei con lui su come essere un segno di speranza nel mondo di oggi con tutti i giovani”, ha confidato la Superiora delle FMA a Luca che ha chiesto su quali temi vorrebbero dialogare con Don Bosco. Don Chávez, da parte sua, ha ricordato la sua esperienza personale vissuta nel giorno in cui è stata compiuta la ricognizione dei resti di Don Bosco in occasione dei lavori di restauro della basilica di Maria Ausiliatrice e ha aggiunto: “Senza di lui non capisco la mia vita! Don Bosco e mio padre e non posso comprendere la mia vita senza mio padre”.

Don Bosco vivrebbe il Sistema Preventivo continuando a stare i mezzo ai giovani è stata la risposta concorde di Don Chávez e Madre Reungoat a chi li interrogava su come il santo piemontese avrebbe vissuto oggi il suo sistema educativo.

Le risposte alle ultime domande hanno avuto come fondamento la stessa riflessione: i giovani sono la ragione della nascita della Famiglia Salesiana e della Congregazione dei Salesiani. Perché l’opera di Don Bosco possa continuare è necessario che ci siano giovani disponibili a consacrare la propria vita a Dio e a vivere la vocazione cristiana come laici impegnati. “Nel futuro saremo molto meno di quanti siamo oggi, ma saremo molto più significativi di quanto eravamo. – ha detto Don Chávez - È importante che conserviamo l’identità, la visibilità e che crediamo in quello che siamo”.

Pubblicato il 16/08/2009

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