(ANS – Harissa) – È terminata lunedì scorso, 9 settembre, la peregrinazione della reliquia di Don Bosco in Libano. “Non avrebbe potuto avere una conclusione migliore. – ha commentato don Karmi Samaan, Direttore dell’opera salesiana ad El Houssoun – Don Bosco infatti era giunto come pellegrino di pace e di speranza il 1° settembre, all’apice della crisi siriana, ed è ripartito accendendo uno sprazzo di luce”.
Nel Paese dei Cedri, dove l’afflusso di profughi siriani si stava intensificando proprio in concomitanza con l’arrivo della reliquia, l’intera popolazione ha tirato un sospiro di sollievo. Del resto, incuranti dei rischi, dalla stessa Siria erano giunti alcuni gruppi di simpatizzanti di Don Bosco per venerarne le spoglie.
La peregrinazione dell’urna, che ha suscitato grande interesse nei media locali, ha alternato celebrazioni di pietà popolare – soprattutto in alcuni villaggi di montagna del Monte Libano e del Nord, con abbondanti lanci di riso, di petali di rosa e luminarie e bracieri accesi per il passaggio dell’urna – a riti più solenni, come quello presieduto nella giornata di sabato 7 settembre dal Patriarca maronita, card. Béchara Rai, nella basilica di Nostra Signora del Libano a Harissa.
In precedenza nella stessa giornata, sempre presso la basilica di Harissa, si era celebrata una Festa Giovani in pieno stile salesiano. Durante la serata, invece, ha avuto luogo una veglia di preghiera in concomitanza con la veglia per la pace di Piazza San Pietro a Roma, promossa da Papa Francesco.
L’atto conclusivo si è svolto nel santuario del più popolare santo del paese, san Charbel, monaco eremita. Si sono così “incontrati” due santi contemporanei: uno dedicato interamente alla preghiera e alla contemplazione, l’altro alla vita attiva a favore dei giovani.
Grande soddisfazione per l’esito della peregrinazione è stata espressa da tutta la comunità salesiana nel paese. All’organizzazione di alcune manifestazioni artistiche hanno partecipato non solo le varie componenti della Famiglia Salesiana libanese, ma anche gruppi e persone ad essa estranei che così hanno potuto conoscere Don Bosco santo ed educatore.
Pubblicato il 12/09/2013
