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11/6/2013 - RMG - I santi salesiani di giugno
Foto dell'articolo -RMG – I SANTI SALESIANI DI GIUGNO

(ANS – Roma) – Il calendario liturgico salesiano nel mese di giugno ricorda due memorie: Beati Francesco Keşy, laico, e compagni martiri e San Giuseppe Cafasso. Don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale della Famiglia, ci aiuta a ricordarle.

12 giugno, Beati Francesco Keşy, laico, e 4 compagni, martiri
Czesław Jóźwiak, Edward Kaźmierski, Franciszek Kęsy, Edward Klinik e Jarogniew Wojciechowski erano 5 giovani dell’oratorio di Poznań, Polonia, uniti nel martirio (24 agosto 1942) e nella beatificazione (13 giugno 1999, a Varsavia). Erano animatori dell’oratorio, appassionati di musica, teatro, sport, impegnati nella catechesi e uniti da un’intensa vita spirituale. Nel settembre 1940 furono arrestati, con l’accusa di appartenere ad un’organizzazione illegale. Edward Klinik, il primo ad essere arrestato, scrisse alla mamma: “Di me puoi stare tranquilla, perché vado alla battaglia della vita con la fede forte. So che colei alla cui protezione mi sono affidato, diventando un suo Cavaliere, vigila su di me e non mi abbandonerà mai”. Arrestati anche gli altri, per mesi condivisero l’esperienza delle umiliazioni e della tortura, sostenuti da una fede ferma e decisa, da un’intensa devozione a Maria e da una fraterna amicizia.

Condannati senza regolare processo, senza possibilità di difesa, e comunque per cause tali da non giustificare la pena di morte, diedero un esempio eroico di fede e di vita cristiana. L’avevano assimilata nell’Oratorio Salesiano di Poznań, e da essa attinsero la forza di accettare con serenità la “volontà di Dio”, fino a perdonare i loro carnefici secondo il più genuino spirito del Vangelo.

I cinque giovani martiri sono modello per tanti giovani che ancora oggi, in non poche parti del mondo, soffrono a causa della loro fede cristiana. Per tutti i giovani sono veri compagni di vita, indicando le ardue e affascinanti mete della santità giovanile.

23 giugno, San Giuseppe Cafasso
Anche quest’anno la ricorrenza cade di domenica; in questa data si ricorda “una perla del clero italiano”, segno di una straordinaria capacità di accoglienza, comprensione e misericordia, ricca figura di sacerdote, maestro e formatore di sacerdoti, tra i quali Don Bosco, che lo ebbe come direttore spirituale per 25 anni, dal 1835 al 1860: prima come chierico, poi come prete e infine come fondatore. Le scelte fondamentali di Don Bosco ebbero come consigliere e guida san Giuseppe Cafasso: il Cafasso non formò in Don Bosco un discepolo “a sua immagine e somiglianza” e Don Bosco non copiò il Cafasso; lo imitò nelle virtù umane e sacerdotali - definendolo “modello di vita sacerdotale” - ma secondo le proprie personali attitudini e la propria peculiare vocazione; un segno della saggezza del maestro spirituale e dell’intelligenza del discepolo: il primo non si impose sul secondo, ma lo rispettò nella sua personalità e lo aiutò a leggere quale fosse la volontà di Dio su di lui.

Il Cafasso non fondò istituti religiosi; la sua “fondazione” fu la “scuola di vita e di santità sacerdotale” che realizzò, con l’esempio e l’insegnamento, nel “Convitto Ecclesiastico di S. Francesco d’Assisi” a Torino. Il suo segreto era semplice: essere un uomo di Dio; fare, nelle piccole azioni quotidiane, “quello che può tornare a maggior gloria di Dio e a vantaggio delle anime”. Amava in modo totale il Signore, era animato da una fede ben radicata, sostenuto da una profonda e prolungata preghiera, viveva una sincera carità verso tutti. Conosceva la teologia morale, ma conosceva altrettanto le situazioni e il cuore della gente, del cui bene si faceva carico, come il buon pastore. Quanti avevano la grazia di stargli vicino ne erano trasformati in altrettanti buoni pastori e in validi confessori. Indicava con chiarezza a tutti i sacerdoti la santità da raggiungere proprio nel ministero pastorale.

La memoria liturgica di san Giuseppe Cafasso è un richiamo per tutti ad intensificare il cammino verso la perfezione della vita cristiana, la santità; in particolare, ricorda ai sacerdoti l’importanza di dedicare tempo al Sacramento della Riconciliazione e alla direzione spirituale.

Pubblicato il 11/06/2013

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