Logo di Ans - Vai alla Home Page
ANS - Agenzia iNfo Salesiana



IT EN ES FR PT PL Versione Standard || Solo Testo

Stampa la pagina corrente Stampa   
:. NEWS

31/5/2013 - Repubblica Democratica del Congo - Regge la tregua: Goma non è da dimenticare
Foto dell'articolo -REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO – REGGE LA TREGUA: GOMA NON È DA DIMENTICARE
Fotografia disponibile in Image Bank

(ANS – Goma) – Don Piero Gavioli, direttore del Centro Don Bosco di Goma-Ngangi, riporta gli ultimi aggiornamenti sulla situazione nel Nord Kivu: fortunatamente, negli ultimi giorni la tregua tra ribelli ed esercito è stata rispettata. Il salesiano invita però a non abbassare l’attenzione sulla realtà di quell’area e a farla conoscere, ad indignarsi, pregare e far leva sulle coscienze degli uomini.

Da una settimana non sentiamo più sparare. La tregua è rispettata. C’è chi dice che l’M23 ne approfitta per rifornirsi in armi. Anche l’esercito congolese consolida le sue posizioni. Speriamo e preghiamo perché non si spari più. La forza africana di intervento dovrebbe essere operativa alla fine di luglio. Non crediamo che tutti i problemi verranno così risolti; chiediamo che ci sia un po’ più di tranquillità, la possibilità di viaggiare verso il nord, di ritornare a lavorare in campagna.

Il Centro Don Bosco ha ripreso le attività normali. Non abbiamo accolto gli sfollati. I responsabili degli enti umanitari hanno detto che il Centro è troppo vicino alla linea del fronte; riunire qui qualche migliaio di profughi sarebbe esporli a un rischio non indifferente. Una ventina di adulti e qualche bambino si erano accampati nella cappella del quartiere: un po’ alla volta stanno partendo per ritornare a casa o nel grande campo profughi di Mugunga, dove l’assistenza è meglio organizzata. Nei giorni in cui si sono accampati accanto al Centro Don Bosco, abbiamo dato loro acqua e cure mediche agli ammalati.

Il popolo degli sfollati, rifugiati, profughi... è oggi la “carne di Cristo”, ha detto Papa Francesco il 24 maggio scorso ai partecipanti alla Sessione Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

“La Chiesa è madre e la sua attenzione materna si manifesta con particolare tenerezza e vicinanza verso chi è costretto a fuggire dal proprio Paese e vive tra sradicamento e integrazione. Questa tensione distrugge le persone. La compassione cristiana – questo ‘soffrire con’, con-passione - si esprime anzitutto nell’impegno di conoscere gli eventi che spingono a lasciare forzatamente la Patria e, dove è necessario, nel dar voce a chi non riesce a far sentire il grido del dolore e dell’oppressione. (…) La loro condizione non può lasciare indifferenti. E noi, come Chiesa, ricordiamo che curando le ferite dei rifugiati, degli sfollati e delle vittime dei traffici mettiamo in pratica il comandamento della carità che Gesù ci ha lasciato, quando si è identificato con lo straniero, con chi soffre, con tutte le vittime innocenti di violenze e sfruttamento. Dovremmo rileggere più spesso il capitolo 25 del Vangelo secondo Matteo, dove si parla del giudizio finale”.

Un giornalista radio mi ha intervistato ultimamente per telefono e mi ha chiesto: cosa possiamo fare in Italia per aiutare gli sfollati? Ho risposto: innanzitutto, rompere il silenzio, parlarne, far conoscere la loro situazione, “indignarsi” del silenzio che li accantona fuori dalle persone che “interessano”.

Diceva il poeta greco Elytis che “I poeti non hanno la forza di cambiare il mondo, ma, guardate, possono cambiare le coscienze e dalla coscienza si può passare all’atto”. Un impegno che riguarda tutti quanti.

Pubblicato il 31/05/2013

comunica ANS news


Le ultime News
14/3/2016 - RMG – Incontro dei Maestri dei Novizi
14/3/2016 - Brasile – L’Educomunicazione apre nuovi orizzonti tra i giovani
14/3/2016 - India – Iniziative ecologiche tra i ragazzi
14/3/2016 - Filippine – Il Rettor Maggiore al centro “Don Bosco Boys Home”
11/3/2016 - RMG – Vicini a don Uzhunnalil, le parole di don Cereda


News dell'ultima settimana
News dell'ultimo mese