(ANS – Roma) – Il beato Don Michele Rua è una figura importante per conoscere meglio la storia di Don Bosco e della Congregazione salesiana. Il Rettor Maggiore questa mattina, presiedendo l’Eucaristia in occasione della ricorrenza liturgica del beato, ha evidenziato alcuni aspetti del I successore di Don Bosco.
Don Chávez ha fatto riferimento a due documenti: la sua Lettera su Don Rua - Successore di Don Bosco: figlio, discepolo, apostolo (ACG 405) – e gli atti del V Convegno internazionale di Storia dell’Opera salesiana, svoltosi a Torino-Valdocco dal 28 ottobre al 1° novembre 2009: “Don Michele Rua primo successore di don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910)”.
La riflessione del Rettor Maggiore ha messo in risalto la molteplicità e il dinamismo che Don Rua ebbe per il mondo giovanile: “Le capacità di fine e lungimirante governo del Rettor Maggiore si espressero in spirito evangelico di servizio umile e creativo, aperto alle novità del tempo. – ha detto Don Chávez - Nondimeno spicca il suo coraggio e lo slancio apostolico in un momento storico di epocali cambiamenti ideologici che minacciavano la Chiesa di Cristo e il suo diritto all’apostolato e all’educazione, specie tra i giovani dei ceti popolari”.
Citando gli studi del convegno del 2009, Don Chávez ha elencato alcune caratteristiche del governo di Don Rua: rafforzamento e espansione della Famiglia Salesiana; abile gestione di un governo collegiale con il Consiglio generale, gli ispettori e i direttori, e introduzione della prassi dei visitatori; un’oculata espansione dell’opera in prospettiva missionaria; coinvolgimento dell’Associazione dei Cooperatori Salesiani; preoccupazione ecclesiale e sociale; disponibilità a collaborare con le autorità ecclesiastiche in piena e leale obbedienza, anche a costo di gravi sacrifici; cura nelle relazioni con le Figlie di Maria Ausiliatrice anche dopo la separazione delle congregazioni voluta dalla nuova legislazione della Santa Sede.
“La sua persona si può paragonare ad un mosaico di colori, la cui tonalità di composizione è formata in un modo armonioso che non urta nessuno”, ha detto Don Chávez indicando alcune qualità personali di Don Rua: la carità e la semplicità; il tratto fine e gioviale; la stabilità di spirito e di umore; la sensibilità e capacità di affetto. “Nell’agire fu guidato da una volontà ferma nel raggiungere le finalità della missione salesiana. Fu padrone di se stesso anche nei momenti più drammatici e dolorosi, con una calma divenuta proverbiale”.
Don Rua il 19 marzo 1888, a meno di due mesi dalla morte di Don Bosco, scrisse una lettera circolare nella quale sembra esserci una bozza del programma di lavoro per i salesiani e per se stesso: “L’altro pensiero che mi rimase fisso in mente fu che noi dobbiamo stimarci ben fortunati di essere figli di tal Padre [don Bosco]. Perciò nostra sollecitudine deve essere di sostenere e a suo tempo sviluppare ognora più le opere da lui iniziate, seguire fedelmente i metodi da lui praticati ed insegnati, e nel nostro modo di parlare e di operare cercare di imitare il modello che il Signore nella sua bontà ci ha in lui somministrato. Questo, o Figli carissimi, sarà il programma che io seguirò nella mia carica; questo pure sia la mira e lo studio di ciascuno dei Salesiani” .
Un programma che ha saputo ben svolgere!
Pubblicato il 29/10/2012
