RMG – PE: Il futuro dell’Irlanda salesiana: sfide e speranze |
Irlanda – PE: lo scenario sociale, giovanile ed ecclesiale |
(ANS – Dublino) – Mark O’Callaghan è oggi un imprenditore di successo. Sarebbe stato molto difficile immaginare un simile risultato 30 anni fa, quando per problemi familiari Mark entrò al centro d’accoglienza “Don Bosco House” di Clontarf. Una storia che racconta i risultati del lavoro educativo dei salesiani irlandesi in collaborazione con altre realtà ecclesiali.
Per varie tristi circostanze i genitori di Mark non erano in grado di prendersi cura né di lui né dei suoi fratelli e così, fin dalla tenera età, egli dovette fare l’esperienza degli orfanatrofi e degli istituti per minori. “Alcuni di quei posti dove aveva soggiornato erano molto squallidi”, racconta don Valentine Collier, direttore della Don Bosco House di Clontarf dal 1982 fino al 2011.
Presso l’istituto Santa Chiara, tuttavia, Mark e i suoi fratelli sono stati finiti sotto la cura amorevole di sr Francesca, che ebbe un notevole impatto sulla sua vita. “Se sono qui lo devo a lei, è molto semplice. – afferma Mark – Era amata da tutti e ogni bambino in casa la chiamava ‘madre’”.
All’età di 14 anni Mark ha conosciuto i salesiani, entrando nella Don Bosco House, dove rimase per 2 anni. Don Collier e gli altri educatori lo ricordano come un ragazzo simpatico, con una forte volontà e una ferrea determinazione. Giovane e brillante, aveva anche un carattere piuttosto ribelle; quegli anni furono importanti per forgiare il suo carattere e imparare a non arrendersi.
Negli anni successivi non sono mancati a Mark esperienze difficili: uscito dall’istituto salesiano si è ritrovato a dormire per strada. Di nuovo è stata sr Francesca a salvarlo, trovandogli un appartamento, una scuola e pagandogli gli studi. Poi, senza lavoro e possibilità di accedere all’università, è emigrato, prima in Francia, poi in Germania – dove per un anno ha vissuto in una tenda – infine in Inghilterra, dove uno dei suoi fratelli gli aveva detto che poteva avere accesso gratuito all’università. Così Mark è riuscito a conseguire la laurea in “Electronic Imaging Science” presso la Westminister University.
Ha poi lavorato come elettricista, insieme al fratello, presso lo stadio di Wembley, dove ebbe un’intuizione: “nessuno ha inventato un gioco da tavolo sul calcio’”. Aveva appena immaginato “Tactico”, il gioco che adesso lo ha reso un imprenditore di successo.
In un anno e mezzo l’idea è stata sviluppata, sono stati realizzati focus group per perfezionare il prodotto e trovati produttori in Cina e negli Stati Uniti. Alla fine del 2010, “Tactico - Football Edition” è sbarcato sulle coste irlandesi e britanniche, proveniente da Hong Kong, affermandosi ben presto come un gioco tra i più popolari.
Mark è stato anche ospite di molte apparizioni in radio e tv, dove ha raccontato la sua storia. In tutte queste occasioni non ha mai mancato di ringraziare pubblicamente sr Francesca e gli educatori che lo hanno accolto, amato e formato presso l’istituto Santa Chiara e la Don Bosco House. Recentemente è tornato anche a Clontarf, dove, oltre a lasciare alcune copie del gioco, ha voluto incontrare gli attuali ospiti del centro e con empatia e sensibilità ha dato loro molte ragioni per avere sempre speranza nella vita.
Attualmente Mark sta lavorando a delle edizioni di “Tactico” anche per rugby, cricket e football americano ed è intenzionato a far ricordare sr Francesca facendole dedicare un piccolo monumento e una panchina nel parco vicino all’istituto Santa Chiara.
Pubblicato il 03/07/2012