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30/3/2012 - India - Progetto Bosco: dare la vita in tutta la sua pienezza
Foto dell'articolo -INDIA – PROGETTO BOSCO: DARE LA VITA IN TUTTA LA SUA PIENEZZA

(ANS – Bangalore) – Per recuperare i minori abbandonati di Bangalore, da oltre 22 anni è attivo il Progetto “Bangalore Oniyavra Seva Coota”, o semplicemente “Bosco”. Promosso dai salesiani in collaborazione con numerosi volontari laici, il progetto toglie dalla strada e offre un futuro a migliaia di bambini e ragazzi ogni anno.

Il Progetto Bosco nacque nel 1980, quando alcuni studenti salesiani del Kristu Jyoti College di Bangalore decisero di impegnarsi personalmente per raggiungere i bambini e i giovani abbandonati della città. Scoprirono presto la dura realtà delle migliaia di minori che ogni giorno lottano per la sopravvivenza nelle strade di Bangalore e avviarono una prima iniziativa, con interventi settimanali, denominata “Project Outreach” (Progetto Solidarietà).

Negli anni il programma settimanale è cresciuto e ha iniziato a prevedere interazioni quotidiane con i minori attraverso lo studio, attività ricreative, gite… Nel 1985 il Bosco si dotò di una sua sede stabile e poté così offrire un primo rifugio sicuro ai piccoli abbandonati.

Don George Payyamthadathil è l’attuale Direttore del Bosco. “Si tratta di seguire l’insegnamento di Gesù: lasciare le 99 pecorelle al sicuro per andare in cerca di quella smarrita”, ha spiegato in un recente viaggio di sensibilizzazione e raccolta fondi in Australia. “Vogliamo dare a questi bambini la dignità. – aggiunge – Il nostro motto è quello di dare la vita in tutta la sua pienezza, come è scritto nel Vangelo”.

I minori bisognosi sono davvero tanti. Secondo don Payyamthadathil circa 1 ragazzo su 4 in India è fuori dalla scuola e “sono 50.000 i minori che vivono e lavorano per strada solo in questa città. Fanno l’elemosina, raccolgono stracci, abusano di sostanze… sono ragazzi orfani, abbandonati o anche scappati da casa”. La situazione più difficile è quella delle bambine: spesso non volute dalle famiglie, che preferiscono avere figli maschi, a volte abusate o costrette a prostituirsi.

Per intercettare i minori bisognosi il “Bosco” sorveglia direttamente i luoghi a rischio, come stazioni o mercati popolari: “Abbiamo sei punti di contatto a Bangalore. Tre o quattro membri dello staff a turno controllano queste posizioni, 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana”, spiega don Payyamthadathil.

Il lavoro di riabilitazione è tutt’altro che facile e necessita del sostegno di medici, insegnanti e infermieri. Ma sono molti i casi che si risolvono con un esito positivo e che danno la forza per andare avanti e continuare il lavoro. Tra questi casi di successo, emblematica è la storia di Camleti Manjunath, tolto dalla strada all’età di 6 anni, dove chiedeva l’elemosina in compagnia della madre malata di mente; adesso è un giocatore di cricket del campionato statale e ha completato gli studi di economia in Germania.

Attualmente “Bosco” conta 8 centri di accoglienza per minori, quasi tutti siti nella città di Bangalore, oltre ai 6 avamposti urbani nei luoghi di maggior rischio. Sono oltre 100 i salesiani e gli animatori che collaborano alle attività e circa 6000 i minori salvati dalla strada ogni anno.

Pubblicato il 30/03/2012

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