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5/8/2011 - RMG - Corno d’Africa, due gocce di speranza
Foto dell'articolo -RMG – CORNO D’AFRICA, DUE GOCCE DI SPERANZA

(ANS - Roma) – L’allarme lanciato dalle Nazioni Unite sta riportando l’attenzione internazionale nel Corno d’Africa dove le grandi problematiche sempre esistenti diventano, forse solo per un incremento dei numeri, emergenza. L’impegno salesiano, dei religiosi e dei laici, si rinnova con progetti di intervento e condivisione della vita con la gente. Riportiamo due esperienze attive in Etiopia e Kenya, due gocce di speranza.

Etiopia
Anche a Gambella, regione ad Ovest dell’Etiopia incuneata nel Sudan, si risente della mancanza di piogge. Lo testimonia Gloria Paolucci, volontaria del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS).

Nei villaggi dove i Salesiani hanno iniziato l’opera di evangelizzazione la popolazione guarda ogni giorno il cielo sperando e pregando. Il Vescovo di Gambella, mons. Angelo Moreschi, salesiano che dal 2000 regge la prefettura apostolica, prega ogni sera durante la messa insieme con i suoi parrocchiani perché cada un po’ di pioggia e non tutto il raccolto vada perduto. Per settimane, nonostante questa sia considerata la stagione delle piogge, i campi sono rimasti a secco; diverse le richieste di aiuto consegnate nelle mani del Vescovo.

A Ibago, Ilea, Matar e Nignegnang, sulla strada che da Gambella porta in Sudan, i Salesiani hanno iniziato incontrando la popolazione locale settimanalmente. Poi piano piano hanno costruito una sala con pali di legno e tetto di paglia dove i bambini possono fare lezione quotidianamente e chi vuole può partecipare alla catechesi settimanale. I Salesiani cercano anche di promuovere l’iniziativa locale incoraggiando, per esempio, l’avvio di piccoli negozi o il coinvolgimento della popolazione nella coltivazione di appezzamenti di terreno.

I pozzi scavati dalle autorità locali, generalmente, sono poco profondi e nella stagione secca si prosciugano costringendo la gente a percorrere chilometri per avere acqua che di norma attingono dal fiume Baro. L’acqua del fiume, già pericoloso per via dei coccodrilli, è malsana e le malattie si diffondono velocemente.

Il VIS attraverso la campagna “Un pozzo per Andrea” ha realizzato ed inaugurato a luglio nei due villaggi di Ilea ed Ibago due pozzi profondi azionati da pompe a mano che garantiranno acqua pulita anche durante la stagione secca. Il pozzo tuttavia non è sufficiente per irrigare anche i quattro ettari di terreno del campo di Ilea dal quale le circa 500 persone del villaggio speravano di ottenere il mais per la loro sopravvivenza e che ora si sta seccando giorno dopo giorno. Il capo villaggio ha chiesto alla delegazione del VIS, intervenuta per l’inaugurazione pozzo, di finanziare anche una pompa da installare sul fiume Baro a poche centinaia di metri dal confine del campo e poter così sfruttare quest’acqua almeno per l’irrigazione.

A Nignegnang la fila di persone che si riforniscono di acqua al pozzo realizzato dai Salesiani è continua. A Matar presto verrà realizzato un pozzo per permettere a circa 4.000 persone di avere quotidianamente accesso ad una fonte di acqua; purtroppo non si arriverà in tempo per salvare il raccolto che è allo stremo.

Kenya
Drammatico l’appello delle “Misiones Salesianas” - la Procura missionaria di Madrid - che in questi giorni ha diramato un appello a favore del campo profughi di Kakuma, nel nord del Kenya, dove stanno giungendo flussi migratori dalla Somalia.

Da diversi anni i Salesiani dell’Ispettoria dell’Africa Est sono impegnati nell’assistenza dei profughi che, provenendo da varie aree africane, giungono nell’accampamento di Kakuma. I Salesiani sono l’unica istituzione autorizzata a essere presente nel campo profughi, la comunità religiosa infatti sorge proprio al centro dell’area di accoglienza.

Alle decine di migliaia di profughi già accolti nel campo, circa 80 mila, si stanno aggiungendo altri provenienti dalla Somalia a motivo dell’instabilità politica, della carestia e del sovraffollamento del campo di Dadaab. Nel centro di Kakuma si calcola la presenza di circa 20.000 somali.

“Comunità intere non hanno nulla da mangiare e adulti e bambini stanno morendo” è la testimonianza tragica dei missionari salesiani riportata nel comunicato delle Misiones Salesianas.

Sui siti del VIS e delle Misiones Salesianas è possibile visionare i progetti attivi e i bisogni per i nuovi interventi.

Pubblicato il 05/08/2011

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