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15/7/2011 - Brasile - Una vita consacrata a Dio e al popolo
Foto dell'articolo -BRASILE - UNA VITA CONSACRATA A DIO E AL POPOLO
(ANS - Meruri) - Come ogni anno il 15 luglio a Meruri, villaggio dei Bororo, in Mato Grosso, si ricorda l’anniversario della morte di don Rudolf Lunkenbein, missionario salesiano. Dopo 35 anni è ancora forte la riconoscenza della popolazione indigena e dell’Ispettoria del Brasile Campo Grande (BCG), che ora iniziano a pensare alla causa di canonizzazione per martirio.

Don Lunkenbein fu ucciso il 15 Luglio 1976 durante un’incursione di “fazendeiros” armati nel villaggio di Meruri. Era l’epoca della demarcazione dei territori indigeni. Insieme a don Lunkenbein fu assassinato Simão Cristino, un indigeno che si è offerto per salvare la vita al salesiano, e rimasero feriti altri quattro bororo: José Rodrigues Boiadowu, Gabriel dos Santos Bakoro Kudu, Lourenço Rondon e Tereza Bororo, madre de Simão Cristino.

Nato il 1° aprile 1939 a Doringstadt, Germania occidentale, il missionario giunse in Brasile nel 1958 dove, l’anno successivo, entrò nel noviziato di Pindamonhangaba. Rientrato in Germania per gli studi teologici, fu ordinato sacerdote a Benediktbeuern il 29 giugno 1969.

Rientrato in Brasile si dedicò totalmente ai Bororo, aiutandoli a riconquistare la speranza. Al suo arrivo a Meruri don Lunkenbein trovò la popolazione rassegnata all’estinzione; le donne, infatti, avevano scelto di non avere più figli. Caratterizzato da un profondo senso religioso e pratico, il missionario salesiano fu uno dei fondatori del Consiglio missionario del Brasile e di altre iniziative a favore della popolazione indigena. L’anno successivo alla morte di Lunkenbein furono determinati i limiti del territorio dei Bororo di 82 mila ettari, opportunamente registrato secondo le leggi nazionali.

Don Lunkenbein consacrò totalmente la sua vita a Dio e al servizio di una piccola etnia per la quale si era fatto annunciatore del Vangelo. Il “Marianum di Buxheim”, l’istituto dove don Lunkenbein aveva studiato prima di partire per le missioni, propone oggi ai suoi allievi la figura del salesiano tedesco quale esempio di dedizione.

A Meruri i Bororo e i Salesiani ricordano con riconoscenza e stima don Lunkenbein. Nel cortile della comunità salesiana, sorge un piccolo monumento dedicato alle due vittime della violenza e, nella ricorrenza della loro morte, le loro tombe, che si trovano nel cimitero del villaggio, sono meta di pellegrinaggi. A don Lunkenbein è stato dedicato un modesto museo etnografico e missionario. La sua morte e quella di Simão Cristino vengono ricordate come un sacrificio, un martirio.

I salesiani, rappresentanti le Ispettorie del Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay e Cile, convenuti alla Visita d’Insieme della Regione America Cono Sud svoltasi nel mese di marzo scorso a Santiago del Cile, hanno chiesto di introdurre la causa di canonizzazione per il martirio di don Lunkenbein e di Simão Cristino. L’Ispettoria BCG sta iniziando a raccogliere le testimonianze e i documenti necessari. 

Il villaggio di Meruri si è sviluppato molto negli ultimi 35 anni. Oggi i Bororo hanno recuperato una forte autostima, il desiderio di una vita comunitaria, la coscienza della propria cultura e la prospettiva del futuro. Molti giovani hanno conseguito un diploma e alcuni sono impegnati nell’azione pastorale e in diverse attività ecclesiali. Le molte sfide poste dalla globalizzazione sono affrontate con serenità e coraggio. Il lavoro dei salesiani è proseguito negli anni, anche sull’esempio di Lunkenbein. Don Goncalo Ochoa, missionario salesiano della Colombia, amico di don Lunkenbein, ha condotto negli ultimi 30 anni ricerche sulla cultura dei Bororo in collaborazione con l’Università Cattolica Don Bosco (UCDB) di Campo Grande.

Don Lunkenbein non è stato l’unico salesiano dell’ispettoria missionaria di Mato Grosso ad aver dato la vita per gli indigeni. Lo hanno preceduto don José Thannhuber (1920) e don João Fuchs e don Pedro Sacilotti (1934).

Pubblicato il 15/07/2011

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