Alla VIII edizione di “Squisito”, sviluppata sul tema de “Il ritorno alla semplicità”, hanno partecipato cuochi di alto livello della cucina italiana e internazionale, cantine blasonate, professionisti e artigiani del cibo, che hanno cercato di valorizzare la sostenibilità delle colture e delle filiere produttive attraverso il ricorso alle tradizioni.
Nell’area “GoodGoods”, destinata alla presentazione di alcune esperienze significative nell’ambito del cibo sociale, uno stand è stato dedicato a Cremisan, il progetto di solidarietà portato avanti dai Salesiani di Don Bosco in collaborazione con i volontari del Volontariato internazionale per lo sviluppo (VIS).
Alla manifestazione i volontari del VIS hanno portato due nuovi vini rossi, “Baladi” e “Cabernet Souvignon” (2009) insieme ai già affermati vini bianchi, “Daboùki”, “Handani-Jandali” e “Star of Bethlehem” frutto della vendemmia 2009-2010 di Cremisan. La scelta di presentare e di produrre un limitato numero di vini – rispetto ai quasi 20 di pochi anni fa – è stata presa dai salesiani di Cremisan su consulenza dell’enologo Riccardo Cotarella, che già da diverso tempo collabora gratuitamente per elevare la qualità dei vini prodotti dalla cantina salesiana.
I proventi derivati dalla vendita del vino di Cremisan vengono utilizzati per erogare le borse di studio ai ragazzi svantaggiati e per sostenere la scuola di formazione salesiana, che ha sostituito la precedente struttura dell’orfanotrofio. I terreni coltivati a vite ammontano a 15 ettari nella tenuta di Bet Jamal, in territorio israeliano, e a 10 ettari a Shaffa, 15 chilometri a Sudest di Betlemme, in area palestinese. Altri 5 ettari, destinati a diventare 10 entro poco tempo, si trovano proprio sulla collina di Cremisan, tagliata a metà dal confine israelo-palestinese e dal muro che, ancora in costruzione in quel tratto, separa i due stati.
Nonostante le difficoltà, la popolazione locale è molto attaccata alla terra e alla cantina. Racconta Emanuela Chiang, coordinatrice del progetto per il VIS : “le persone che lavorano con noi sono molto legate; contadini e addetti della cantina provano una grande gratitudine verso i salesiani, che li hanno sempre aiutati”.
Pubblicato il 04/05/2011