RMG – Messaggio del Rettor Maggiore ai Salesiani di Haiti |
RMG – Incontro di coordinamento per Haiti |
Haiti – Visita di don Bregolin |
Haiti - Merci, Père Chavez |
Dopo aver descritto i passi compiuti dopo la tragica notizia del sisma, il Rettor Maggiore spiega il motivo del suo viaggio dal 12 al 15 febbraio: “ritenevo necessario, importante e significativo recarmi personalmente ad Haiti per far sentire la vicinanza, la fraternità e la solidarietà della Congregazione nella persona del Rettor Maggiore. Volevo condividere da vicino la sofferenza e l’incertezza in cui vive tutta la popolazione”.
Visitando Port-au-Prince Don Chávez ha colto la mancanza assoluta di leadership e come la vita, immensamente mortificata, continuasse ad “andare avanti più per spinta d’inerzia e per lotta per la sopravvivenza che per un’organizzazione sociale che la sorregga e la stimoli”. “Cercavo di ascoltare Dio che stava parlando attraverso il rumore sordo delle migliaia di persone che stentano a vivere sotto le tende,… Cercavo di aprire le orecchie e il cuore all’urlo di Dio che si faceva sentire, attraverso la rabbia e il senso d’impotenza…”.
La lettera, non limitandosi ad una solo descrizione, contiene anche l’esortazione e le indicazioni per una rinascita del paese e, soprattutto, della presenza salesiana. “La sfida oggi non può essere solo quella di rialzare le mura degli edifici, delle case e delle chiese distrutte, bensì quella di far rinascere Haiti edificandola su condizioni di vita veramente umana, dove i diritti, tutti i diritti, sono per tutti e non un privilegio di alcuni”.
Il timore, più volte manifestato, è che con il passare del tempo e l’inerte complicità dei mass media, si dimentichi Haiti, considerata notizia passata.
Ammirevole l’impegno dei salesiani che hanno aperto le opere per accogliere gli sfollati, come a Thorland, Pétion-Ville, Delmas, Cité Soleil. Don Chávez rinnova l’impegno dei figli di Don Bosco per la “rinascita del paese, rifondando di pari passo la Congregazione con presenze che siano rispondenti alle attese e ai bisogni della società haitiana, della Chiesa, dei giovani”. A tale processo dovranno partecipale lo Stato e la Chiesa locale e la vita consacrata “cercando sempre più identità, fedeltà al Signore Gesù e al suo Vangelo”.
La lettera riporta anche le indicazioni, concordate con il Consiglio della Visitatoria, per la “rifondazione delle opere, la revisione dell’approccio pastorale in genere, ed in certi ambienti, avendo sempre in mente, in modo particolare, i bisogni della società, della Chiesa e dei giovani”.
Ricostruire, ricollocare e ripensare opere e presenze sia in tempi immediati e sia in prospettiva futura così da garantire alla presenza salesiana maggiore significatività e efficacia pastorale. Ciò che è prioritario “è continuare a far funzionare le scuole e i centri giovanili lì dove sono agibili, ed inoltre costruire o ricostruire il più presto possibile quelle opere che sono rimaste inagibili. La priorità per la cura e per l’educazione dei giovani è assoluta, tanto più che quello che è in gioco è la creazione di una nuova cultura, attraverso una nuova educazione, capace di costruire il nuovo Haiti”.
Concludendo il Rettor Maggiore ringrazia la Congregazione, le Procure, gli organismi internazionali vicini ai Salesiani, i benefattori e simpatizzanti dell’opera salesiana invitandoli a “continuare nel nostro sforzo di venire incontro alle necessità ingenti di questo paese così bisognoso”.
Sul sito sdb.org è disponibile il testo integrale della lettera.
Pubblicato il 28/02/2010