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24/6/2009 - Italia - Festa del Rettor Maggiore: una mattinata nel segno del grazie
Foto dell'articolo -ITALIA – FESTA DEL RETTOR MAGGIORE: UNA MATTINATA NEL SEGNO DEL GRAZIE
(ANS – Roma) – A dare inizio alla festa del Rettor Maggiore è stato don Alberto Lorenzelli, Ispettore della Circoscrizione Speciale dell’Italia Centrale (ICC), che con sentite parole ha accolto i rappresentanti dei vari gruppi della Famiglia Salesiana convenuti oggi, 24 giugno, nel teatro della parrocchia Santa Maria della Speranza di Roma.

Al centro della sala, il IX successore di Don Bosco, Don Pascual Chávez, circondato dai membri del Consiglio Generale, dagli Ispettori dell’Italia e da quelli che hanno concluso il corso di formazione. Presenti anche il card. Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e titolare di santa Maria della Speranza, mons. José Angel Divassón Cilveti, Vicario Apostolico di Puerto Ayacucho, Madre Yvonne Reungoat, Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, numerosi salesiani e giovani.

Don Adriano Bregolin, Vicario del Rettor Maggiore, ha rivolto a Don Chávez un sentito discorso di ringraziamento a nome dei membri del Consiglio Generale, della Congregazione e della Famiglia Salesiana. Chiamato ad assumere il ruolo di successore di Don Bosco, Don Chávez ha saputo incarnarne diversi aspetti, in modo particolare quello della “parola” forte, profonda ed efficace. Don Bregolin ha ricordato come sin dall’inizio del suo mandato, il Rettor Maggiore, attraverso le Lettere Circolari, sia stato fautore di unità, promotore della missione apostolica salesiana e di una profonda riscoperta e riappropriazione della Vita Consacrata. Concludendo, a nome di tutti i salesiani e membri della Famiglia Salesiana, don Bregolin ha detto: “Oggi siamo invitati a fare gli auguri a Don Bosco che è il cielo e al ‘Don Bosco’ che è tra noi”.

“Vorrei rivolgermi a Lei, così come faceva Madre Mazzarello con Don Bosco”, con questa immagine carismatica Madre Reungoat ha introdotto il suo breve intervento di ringraziamento per il sostegno e il magistero che Don Chávez offre all’Istituto delle FMA, come fatto, in particolar modo, nell’ultimo Capitolo Generale delle suore. “La ringraziamo Padre – ha precisato la Superiora delle FMA – per averci ricordato che dobbiamo condurre al Cristo i giovani e, nello stesso tempo, che sono loro ad aiutarci a camminare a nostra volta verso il Signore”.

I giovani sono stati rappresentati da Michele Zecchin, Coordinatore nazionale del Movimento Giovanile Salesiano dell`Italia.

Ha fatto seguito il card. Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga che prendendo la parola ha espresso, a nome dei cardinali e dei vescovi salesiani, il ringraziamento per il costante impegno di Don Chávez nell’animare la Congregazione salesiana.

Il grazie e la riconoscenza si sono fatte “Eucaristia”, presieduta dallo stesso Rettor Maggiore, nella solennità liturgica della Natività di San Giovanni Battista; numerosissima la presenza, profonda la partecipazione. La presenza spirituale di Don Bosco è stata rafforzata dalla presenza dell’urna contenente la reliquia insigne di Don Bosco, in questi giorni nella parrocchia di Santa Maria della Speranza.

Il primo pensiero di Don Chávez, nella sua omelia, è stato quello di un ringraziamento a Dio per aver dato all’umanità e alla Chiesa in Don Bosco. E rivolgendosi verso l’urna, quasi parlando con il padre e il maestro dei giovani, il Rettor Maggiore ha ringraziato Don Bosco per quanto ha fatto per i ragazzi più poveri e bisognosi. Un Padre che ha saputo ascoltare e intuire i bisogni dei giovani e intervenire in quelli che all’epoca erano i loro diritti non rispettati dalla società e, spesso, dagli stessi ministri della chiesa.

L’eredità affidata a tutta la Famiglia Salesiana – ha ricordato Don Chávez - è quella di dare ai ragazzi di oggi le stesse risposte che Don Bosco dava ai bisogni espressi ed inespressi suoi; di tutelare i giovani di oggi nei loro diritti fondamentali, spesso confusi con pseudo valori effimeri. Il vero impegno per un “salesiano”, consacrato o laico, è   soprattutto quello di presentare ai giovani il Cristo favorendone l’incontro personale; l’azione salesiana non può limitarsi solo a quella sociale, ma deve essere, per sua natura stessa evangelizzatrice.

Pubblicato il 24/06/2009

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