È la seconda volta che il Santo Padre affida questo compito a un figlio di Don Bosco. Già lo scorso anno il card. Joseph Zen, vescovo di Hong Kong, preparò e lesse le meditazioni delle stazioni della Via Crucis del Papa, celebrazione che ogni anno riunisce un gran numero di fedeli, soprattutto giovani.
Mons. Menamparampil, in varie dichiarazioni fatte a media cattolici, ha detto che il servizio richiestogli esprime la vicinanza del Pontefice ai cristiani che soffrono persecuzioni in India a motivo della propria fede.
“Nelle preghiere – della Via Crucis - meditiamo sulle sofferenze che Gesù ha vissuto alla termine della sua vita; in esse contempliamo i peccati che abbiamo commesso e per i quali il mondo soffre. Le preghiere si ispirano nei valori umani, valori che dobbiamo ereditare per creare un mondo pacifico e migliore”. Sono alcuni dei commenti con i quali l’arcivescovo di Guwahati ha spiegato il senso delle preghiere della Via Crucis al “The Telegraph”, periodico dell’India.
L’arcivescovo salesiano ha spiegato che per preparare i testi delle meditazioni della Via Crucis per il Venerdì Santo si è ispirato all’insegnamento della spiritualità indiana che è quello della non violenza.
Sempre impegnato nel suo intenso lavoro pastorale, mons. Menamparampil ha precisato anche che non è stato facile preparare le meditazioni. Da quanto lui stesso racconta, ha dovuto approfittare dei vari momenti liberi durante le visite pastorali e a volte, per mancanza di elettricità, alcune meditazioni sono state scritte di notte, a mano su semplici fogli di carta.
Mons. Menamparampil è noto per essere un promotore di pace, in varie occasioni è stato mediatore nei conflitti tra i diversi gruppi etnici o religiosi del suo paese.
Le meditazioni e i testi della Via Crucis sono già disponibili sul sito della Santa Sede.
Pubblicato il 08/04/2009