Rispondendo alle domande di Giovanni Peduto, don dal Covolo ha presentato prima il profilo biografico del giovane che si prefiggeva di voler essere di aiuto alla sua gente che stava vivendo un momento difficile e, poi, ha enucleato il segreto della santità di Ceferino che guardava all’esempio di Domenico savio, allievo diretto di Don Bosco. “È quel tipo di santità, per cui tornano subito alla memoria le riflessioni proposte dal Servo di Dio Giovanni Paolo II nella Novo Millennio Ineunte, e riprese ancora in questi giorni dal Papa Benedetto XVI nell’Angelus di Tutti i Santi: la santità non è un privilegio eccezionale, riservato a poche persone; la santità è invece la mèta impegnativa di ogni battezzato, è il traguardo della vita cristiana ordinaria”. Proseguendo il Postulatore dei salesiani ha evidenziato che “In questa prospettiva - che potremmo chiamare ‘il segreto della santità’ di Zeffirino - bisogna riconoscere la validità carismatica delle intuizioni pedagogiche di Don Bosco”.
Don dal Covolo ha precisato che ciò che colpisce della figura di Ceferino, citando una frase del cardinale Giovanni Cagliero che aveva conosciuto il giovane “In questo ragazzo si vede che regna la grazia”, è il candore che egli irraggiava e citando il noto proverbio “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce” ha commentato: “non dovremmo mai dimenticare che la storia degli uomini è anzitutto una storia di grazia, sempre sorretta e illuminata dalla Provvidenza di Dio, nella quale i veri eroi sono i santi che l’affollano, quelli riconosciuti, e anche quelli non canonizzati: è proprio questa “la foresta che cresce”.
Per don Enrico dal Covolo ai giovani di oggi Ceferino raccomanda anzitutto la coerenza, la fedeltà, la fermezza di fronte agli impegni del ‘buon cittadino e del buon cristiano’”. L’aspirazione fondamentale di Zeffirino, quella “di essere utile alla sua gente”, è in fondo l’aspirazione di ogni giovane di buona volontà. Ebbene, questa aspirazione risulta potentemente illuminata e rinvigorita dall’adesione a Cristo. Così, gli ideali umanitari che Zeffirino, come molti giovani di oggi, ammirava profondamente, vengono assunti, convalidati, potenziati grazie alla fede in Cristo, ai Sacramenti e alla preghiera”.
Pubblicato il 14/11/2007