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10/2/2016 - RMG - Salesiano e “Missionario della Misericordia”: intervista a don Albert Sabbe
Foto dell'articolo -RMG – SALESIANO E “MISSIONARIO DELLA MISERICORDIA”: INTERVISTA A DON ALBERT SABBE

(ANS – Roma) – Nei giorni 9-10 febbraio si è svolta in Vaticano una delle attività più significative del Giubileo della Misericordia: Papa Francesco ha nominato 1142 missionari, che saranno inviati in tutto il mondo. 726 di questi sacerdoti sono venuti a Roma per incontrare il Santo Padre ed essere inviati come “Missionari della Misericordia”.

Nella celebrazione del Mercoledì delle Ceneri i Missionari concelebreranno l’Eucaristia con il Santo Padre e riceveranno da lui il mandato, insieme alla facoltà di assolvere, per tutto il periodo giubilare, anche i peccati la cui assoluzione è riservata alla Santa Sede.

Tra i sacerdoti convocati c’è il Salesiano belga don Albert Sabbe, che quest’anno avrà la missione di essere “segno vivo della misericordia di Dio”. Don Sabbe, che ora risiede in Belgio, dopo aver lavorato come missionario per oltre 30 anni in Repubblica Democratica del Congo, ha spiegato com’è stato prescelto per questo speciale incarico: “Il mio vescovo, mons. Luc Van Looy SDB, mi ha chiesto di accettare l’invito di Papa Francesco, assieme ad altri 4 sacerdoti della diocesi. Io mi sono commosso per questa richiesta, solo due giorni dopo la nomina l’ho commentata con la mia comunità, spiegando che quest’anno avrei compiuto questo ministero di misericordia…”.

Don Sabbe è tornato in Belgio da 6 anni, a causa di alcuni problemi di salute; ciò nonostante, continua a svolgere il suo ministero sacerdotale come cappellano in un ospedale a Sint-Denijs-Westrem e per 6 settimane ogni anno si trasferisce a Lourdes per confessare i pellegrini, un’opportunità che ritiene essere un dono di Dio per lui. “Quando qualcuno viene a chiedermi di confessarsi, sento la responsabilità di portargli il perdono di Dio. Confesso molte persone quando sono a Lourdes e percepisco la grande gioia della gente di sentirsi amata da Dio”.

Purtroppo – aggiunge – soprattutto nel Nord Europa la gente non si confessa e trova molto difficile raccontare ad altri i propri peccati; così capisco il motivo di tanta, profonda tristezza per molte persone”.

Come Salesiano, don Sabbe si sente particolarmente vicino a Don Bosco, che vedeva nel sacramento della confessione un percorso sicuro di santità per i giovani. “Confessare mi rende molto felice. Sono convinto che quando una persona viene a confessarsi e a chiedere la misericordia di Dio è accompagnato dalla Vergine e sempre, alla fine della confessione, quando do la penitenza, chiedo alla persona di pregare prima un’Ave Maria per ringraziare questo dono che Lei gli ha fatto avvicinandola a questo sacramento”.

Pubblicato il 10/02/2016

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