(ANS – Città del Vaticano)– Nelle stanze vaticane, durante il colloquio avvenuto ieri tra il Presidente iraniano Hassan Rouhani e Papa Francesco, c’era anche un personaggio meno noto ai media internazionali: si tratta di don Karim Madjidi, salesiano, di padre iraniano e di madre italiana, attualmente Vicario dell’Ispettoria dell’Italia Centrale.
La visita in Vaticano di un Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran non è solo un incontro diplomatico; il suo significato simbolico, in un epoca che vede l’estrema necessità di costruire ponti tra religioni, culture e paesi diversi, è evidente e ha reso l’appuntamento un avvenimento di enorme portata.
Durante quest’incontro il Presidente Rouhani ha dialogato sia con il Pontefice, sia con il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, e con il Segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Gallagher, a proposito della vita della Chiesa nel Paese; della conclusione e dell’applicazione dell’Accordo sul Nucleare; del ruolo dell’Iran nel Medio Oriente, a contrasto del terrorismo e del traffico di armi; e dell’importanza del dialogo interreligioso e della comunità religiose nella promozione della riconciliazione, della tolleranza e della pace.
E a tali colloqui don Madjidi ha dato il suo semplice, ma fondamentale contributo, in qualità di traduttore.
Raggiunto telefonicamente da ANS poco dopo aver prestato il suo servizio, don Madjidi, ha osservato la natura cordiale dei colloqui e il riconoscimento della statura morale di Papa Francesco anche da parte del Presidente Rouhani; quindi ha spiegato che non è la prima volta che svolge il compito di traduttore per la Santa Sede, dato che è l’unico sacerdote cattolico di origine iraniana in Italia.
Pubblicato il 27/1/2016