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15/12/2015 - Sud Sudan - Il paese più giovane al mondo da due anni - metà della sua vita - in guerra
Foto dell'articolo -SUD SUDAN – IL PAESE PIÙ GIOVANE AL MONDO DA DUE ANNI - METÀ DELLA SUA VITA - IN GUERRA

(ANS – Juba) – La guerra in Sud Sudan “compie” due anni. La scarsità di risorse e la mancanza di istituzioni forti hanno condotto il paese più giovane al mondo a un conflitto che sta portando la popolazione a perdere la speranza.

Il 15 dicembre 2013 si verificarono degli scontri armati nella zona di Mumuki, a sud della capitale, Juba, tra la Guardia Presidenziale e l’Esercito di Liberazione del Popolo del Sudan. Dieci giorni più tardi il Presidente del Sud Sudan, Salva Kir, annunciò che c’era stato un tentativo di golpe orchestrato dal suo ex vicepresidente, Riek Machar, e che la situazione era sotto controllo, nonostante venisse imposto il coprifuoco nel paese. Tuttavia, la situazione non solo non era sotto controllo, ma la violenza prese a diffondersi in tutto il paese.

A due anni dall’inizio del conflitto, la popolazione del Sud Sudan, che a larga maggioranza aveva deciso di essere un paese indipendente attraverso il referendum del 2011, ancora sta soffrendo per le gravi conseguenze della guerra. Su circa 10 milioni di abitanti, il conflitto ha già causato oltre 50.000 morti, 645.000 rifugiati e 1,6 milioni di sfollati. Oltre il 20% della popolazione ha dovuto lasciare le loro case, o per fuggire all’estero o per cercare qualche altro posto sicuro, come ad esempio la missione salesiana Gumbo, a Juba, la capitale. I due anni intensi di guerra, inoltre, hanno causato anche una grave crisi alimentare.

Nonostante l’accordo di pace raggiunto lo scorso 26 agosto, in cui erano concordati la fine delle ostilità e la formazione di un governo di unità nazionale che rappresentasse tutte le componenti del complesso mosaico politico sud sudanese, i combattimenti non sono terminati. Solo una settimana fa truppe governative e i ribelli si combattevano ancora presso la città di Yambio.

I salesiani in Sud Sudan fanno fronte a questa situazione nelle quattro città in cui sono presenti, sin dal loro arrivo, nel 1982: Juba, la capitale; Maridi, Wau e Tonj. La presenza salesiana a Juba sta vivendo il conflitto in modo particolarmente intenso e dall’inizio delle violenze i Salesiani hanno aperto le loro porte a tutti coloro che sono giunti da loro in cerca di sicurezza. Attualmente, oltre 2.000 persone si sono rifugiate all’interno delle loro strutture, e 500 bambini e giovani sfollati frequentano quotidianamente le lezioni nella scuola che i Salesiani hanno aperto per loro.

Fonte: Misiones Salesianas

Pubblicato il 15/12/2015

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