Israele – Beit Gemal: dove gli Ebrei incontrano il Vangelo |
RMG – CG27: Medio Oriente, pace, salam, shalom |
Fotocronaca del 29/12/2009 |
(ANS – Gerusalemme) – Ricorre oggi, 27 novembre, l’anniversario della morte del Venerabile Simaan Srugi, salesiano coadiutore. “Nel contesto dell’Anno Giubilare della Divina Misericordia, la sua figura e il suo esempio risaltano maggiormente e invitano alla imitazione. Affidiamo a lui il Medio Oriente inquieto e ferito, la Famiglia Salesiana, i Coadiutori, e in particolare le persone ammalate” sottolinea da Gerusalemme don Gianni Caputa, salesiano dell’Ispettoria mediorientale.
Simaan nacque a Nazaret il 15 aprile 1877 da padre melkita e madre maronita. A 5 anni rimase orfano di entrambi i genitori e fu affidato a don Antonio Belloni, detto “Abul-iatama, padre degli orfani”, che aveva fondato una congregazione religiosa per prendersi cura dei ragazzi bisognosi.
Nel 1891 le opere di don Belloni passarono ai Salesiani e Simaan si trovò così bene con loro che a 16 anni chiese di entrare nella Congregazione e nel 1900 emise la professione perpetua.
Il “signor Srugi” si distingue per la carità che esercitava sia verso i ragazzi interni della scuola agraria di Beit Gemal, sia verso gli operai e i contadini della zona, poveri e spesso ammalati. Proprio agli ammalati prese a dedicarsi particolarmente dopo la I Guerra Mondiale.
Quanti condividevano con lui le giornate sapevano che attingeva la sua instancabile carità dalla costante unione con Dio, alimentata dalla preghiera personale e comunitaria, dalla devozione al Cuore di Gesù e a Maria Ausiliatrice.
Si sentiva pienamente educatore salesiano. I ragazzi di Beit Gemal portavano nel cuore le ferite della guerra e qualcuno ricordava la scena dei genitori trucidati davanti a loro. Egli capiva che avevano bisogno di affetto, e diceva ai suoi confratelli: “sono piccoli, sono orfani; noi dobbiamo essere i loro genitori, aiutarli, correggerli quando sbagliano ma non irritarli mai. Dobbiamo educarli senza usare il bastone, né le mani e neppure la lingua piccante”.
In un periodo storico e in una zona che, dopo la caduta dell’impero ottomano, fu travagliata dalle lotte, Simaan fu artefice di pace e in ogni circostanza educò alla misericordia e al perdono. Nel 1939 iniziarono i suoi problemi di salute, che lo portarono alla morte il 27 novembre 1943.
A causa della guerra in pochi parteciparono al suo funerale, ma tra questi vi erano anche alcuni contadini musulmani e tutti celebrarono unanimi le sue virtù, convinti che era morto un servo di Dio.
Ulteriori informazioni sulla sua figura sono disponibili sul sito sdb.org.
Pubblicato il 27/11/2015