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9/9/2015 - RMG - Lettera del Rettor Maggiore agli Ispettori d’Europa per l’emergenza rifugiati
Foto dell'articolo -RMG – LETTERA DEL RETTOR MAGGIORE AGLI ISPETTORI D’EUROPA PER L’EMERGENZA RIFUGIATI

(ANS – Roma) – “Mi rivolgo a voi Ispettori, per chiedervi con il carattere di urgenza che valutate, magari con i vostri consigli, ciò che ogni Ispettoria può fare e ciò che si può chiedere a ogni comunità e parrocchia, perché siano disponibili ad accogliere nelle nostre opere famiglie di migranti; in particolare prestiamo attenzione ai minori non accompagnati e ai giovani. Ospitiamo anche una sola famiglia, quattro o cinque persone; con il poco di tutti, faremo tanto, anche in collaborazione con le chiese locali e il territorio”. Riportiamo la lettera inviata agli Ispettori d’Europa del Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime, per l’emergenza rifugiati. 

 

DIREZIONE  GENERALE  OPERE  DON BOSCO

            Via della Pisana 1111 -  00163 Roma

                          Il Rettor Maggiore

Prot. 15/0385

Alla attenzione degli Ispettori

Ispettorie d’EUROPA

 

Miei cari Ispettori,

ricevete il mio cordiale e affettuoso saluto dall’Argentina, dove per tre giorni abbiamo avuto una meravigliosa celebrazione del bicentenario della nascita di Don Bosco, con più di sette mila giovani.

Domenica pomeriggio il mio Vicario, Don Francesco Cereda, mi ha informato di ciò che il Papa Francesco aveva detto all’Angelus in riferimento agli immigrati in Europa e al suo appello alla fraternità, solidarietà e accoglienza. Abbiamo dialogato insieme e credo che è un momento opportuno per offrire da parte nostra ciò che si può fare.

Certamente stiamo vivendo ormai da tempo, e in questi giorni in modo più drammatico, l'immane tragedia dei profughi e degli immigrati che a migliaia fuggono dai loro paesi per la guerra, le distruzioni, la fame, le persecuzioni e approdano in Europa, esponendosi a gravi pericoli per le attraversate del mare e per i ricatti degli scafisti.

Vi giungono con la speranza di poter trovare pace e serenità, di iniziare una vita nuova, di trovare alloggio e lavoro; e tante volte non trovano condizioni di accoglienza, se non anche rifiuto. Di fronte a tanta tragedia non possiamo rimanere indifferenti a tante necessità.

Papa Francesco all'Angelus ha lanciato un forte appello, rivolgendosi all'Europa: "Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere "prossimi", dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: "Coraggio, pazienza!...". La speranza cristiana è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura. Pertanto, in prossimità del Giubileo della Misericordia, rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi. Un gesto concreto in preparazione all'Anno Santo della Misericordia. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d'Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma. Mi rivolgo ai miei fratelli Vescovi d'Europa, veri pastori, perché nelle loro diocesi sostengano questo mio appello, ricordando che Misericordia è il secondo nome dell'Amore: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25,40)".

Anch' io mi rivolgo a voi Ispettori, per chiedervi con il carattere di urgenza che valutate, magari con i vostri consigli, ciò che ogni ispettoria può fare e ciò che si può chiedere a ogni comunità e parrocchia, perché siano disponibili ad accogliere nelle nostre opere famiglie di migranti; in particolare prestiamo attenzione ai minori non accompagnati e ai giovani. Ospitiamo anche una sola famiglia, quattro o cinque persone; con il poco di tutti, faremo tanto, anche in collaborazione con le chiese locali e il territorio.

Don Bosco, di cui abbiamo appena concluso il bicentenario della nascita, ci insegna la concretezza delle risposte. Questo ci ha anche ricordato il Papa Francesco nella visita a Valdocco dello scorso 21 giugno: "Vi ringrazio della vostra concretezza delle cose … Il salesiano è concreto, vede il problema, ci pensa e lo prende in mano".

In nome della carità e fraternità evangelica, come risposta alla chiamata del Signore e al grido del Papa Francesco, vi ringrazio per la generosità con cui mobiliterete tutte le risorse possibili in favore di chi con urgenza ci rivolge un appello pressante. Inoltre vi ringrazio se mi farete sapere ciò che è stato stabilito in ogni Ispettoria, quando giungerete a realizzazioni concrete e tempestive.

Un fraterno abbraccio con affetto

P. Ángel Fernández A.,SDB

 

Pubblicato il 09/09/2015

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