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21/8/2015 - RMG - Una maglia per il mio piccolo angelo custode “Messi”
Foto dell'articolo -RMG – UNA MAGLIA PER IL MIO PICCOLO ANGELO CUSTODE “MESSI”

(ANS – Roma) –Sono in Africa da venti giorni e posso affermare senza dubbio che sia la mia più grande palestra di vita. Ho visto posti, incontrato persone che realmente stanno cambiando il modo di guardare alla vita. Uno dei protagonisti di questo incredibile viaggio è un bambino da noi chiamato Messi, forse di 10 anni di età. In realtà non lo sa neanche lui. Testimonianza di un giovane volontario missionario in africa.

                                                                     di Nicola Tocco

Messi non è il suo vero nome naturalmente, ma tutti lo chiamano così per via della sua unica maglietta che indossa con il nome del fuoriclasse argentino. Messi è un bambino timido, riservato, attento e altruista. È sempre con noi, ci segue e ci accompagna in qualsiasi posto noi andiamo indicandoci la strada corretta.


Qualche giorno fa abbiamo fatto un’escursione un po’ faticosa in una collina vicino al centro che ci ospita e Messi c’era: era con noi, ci aiutava nelle salite, ci prendeva la mano e ci spronava. Ad un certo punto arriviamo alla cima della collina da cui dal nulla inizia il mercato di Soddo (Etiopia): una moltitudine di venditori, una grande distesa umana. Il nostro arrivo genera stupore e curiosità e in pochi minuti ci ritroviamo circondati da bambini e ragazzi che ci chiedono una foto, che ci stringono la mano o che chiedono i nostri nomi.


Io rapito da quel calore umano mi attardo e anche a causa del buio che calava perdo il contatto col resto del gruppo: mi giro attorno e non vedo nessuno, li cerco e non li trovo fino a che, quando iniziavo ad avere un po’ di paura, dal nulla spunta Messi, mi prende per mano, mi guida fuori dalla calca riconducendomi ai miei compagni. Da quel momento non si stacca da me diventando un piccolo angelo custode.


Messi non ci ha mai domandato nulla in cambio, né un regalo né un abito, come spesso fanno naturalmente tanti bambini quando ci incontrano. Ha mantenuto una compostezza e una dignità fuori dal comune per un bambino della sua età.


Per dirgli grazie il giorno dopo gli abbiamo regalato una maglia che avevo in valigia che manco a farlo apposta riportava il nome del suo calciatore preferito. Ora non posso descrivervi come si sia trasformato il suo volto, come i suoi occhi abbiano espresso una gratitudine e un senso di felicità che in 27 anni non avevo mai visto.


Sono in Etiopia da tre settimane e di questa terra non ci ho capito ancora nulla. Meno possiedono più sorridono, meno cibo hanno più trovano la forza di cantare e ballare per le strade, più sono sporchi e più sono attenti che tu sia sempre pulito e in ordine. C’è qualcosa che mi dice che probabilmente ciò in cui noi “evoluti” crediamo non sia poi così vero, molti dei preconcetti che volenti o no caratterizzano la nostra vita vanno via via scardinandosi e decostruendosi. 
Mentre ascolto, conosco, sperimento e mi metto in gioco ringrazio Messi e i suoi occhi e prego Dio perché gli regali il futuro che lui merita.

Pubblicato il 21/08/2015

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