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17/7/2015 - RMG - Salesiani in Nepal, per la ricostruzione fisica e sociale
Foto dell'articolo -RMG – SALESIANI IN NEPAL, PER LA RICOSTRUZIONE FISICA E SOCIALE

(ANS – Roma) – “Non siamo solo ingegneri, o muratori, o carpentieri… Noi siamo ‘Don Bosco’, siamo Salesiani! Non vogliamo solo ricostruire scuole, case, aule: l’abbiamo chiarito anche con le autorità governative nepalesi, i presidi e i funzionari educativi distrettuali… noi ricostruiremo le scuole, ma vogliamo occuparci anche della formazione degli insegnanti”. Così ha manifestato don George Menamparampil, Responsabile del “Bosconet”, la Procura Missionaria Salesiana di Nuova Delhi, nel corso della sua breve visita a Roma, nell’ambito di un tour europeo per testimoniare ai benefattori quanto fatto finora e i progetti per il futuro.

di Gian Francesco Romano

I Salesiani in Nepal non guardano solo alla sopravvivenza della popolazione, alla ricostruzione fisica o ad interessi specifici della Congregazione, ma hanno uno sguardo a lungo raggio sui benefici da offrire alla gente del posto, in particolare ai minori.

Racconta don Menamparampil: “Si stima che a causa dei terremoti siano crollate o siano rimaste gravemente danneggiate 4.200 scuole. Noi contiamo di poterne ricostruire o restaurare da un minimo di 30 ad un massimo di 60, nel giro di un anno, a partire dal prossimo ottobre, quando sarà finita la stagione dei Monsoni. Non saranno scuole salesiane, anche perché non avremmo abbastanza personale. Ma vogliamo occuparci della formazione dei docenti: insegnare a non utilizzare punizioni corporali, insegnare come essere dei professori migliori, come costruire un rapporto con i ragazzi, come motivarli, e come essere loro stessi più motivati, dato che in Nepal i professori non godono di un alto status sociale”.

La distruzione causata dal terremoto può diventare veicolo per riedificare la stessa società, a partire dai giovani: “intendiamo realizzare dei corsi di formazione rivolti direttamente agli studenti, nei nostri centri o nelle altre scuole che ci saranno – spiega–. Non si tratterà di fare catechismo, anche perché gli allievi sono tutti induisti; ma di trasmettere valori, che prima di essere cristiani sono valori umani. Faremo corsi di abilità sociali: educazione sessuale, che ai giovani non viene proposta da nessuno; educazione di genere, per ribadire la pari dignità tra uomini e donne; educazione ai media, per non essere schiavi dei messaggi pubblicitari… e anche corsi specifici, magari per prepararsi agli esami, per studiare meglio”.

Intanto comunque procede anche la programmazione dei lavori fisici da realizzare. Per conseguire la ricostruzione delle scuole entro un anno sono attualmente in fase di formazione 80 giovani: “per tre mesi ricevono formazione teorica presso le nostre scuole, poi proseguono per altri 3 mesi con la formazione sul campo e in tutto questo tempo hanno vitto e alloggio assicurati. Nei successivi 6 mesi, divisi in squadre, lavoreranno alla ricostruzione, venendo pagati per il loro lavoro. E dopo potranno trovare nuovi impieghi presso le imprese” spiega don Menamparampil.

Il quale ritiene anche che la ricostruzione e la definitiva ripresa del paese possano avvenire in tempi tutto sommato brevi: “in 3 o 4 anni potremmo farcela, se tutto verrà gestito nel migliore dei modi”.

Pubblicato il 17/07/2015

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