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17/7/2015 - Colombia - “Sapevate che a Cali c’è una ‘Cucina per Tutti’?”
Foto dell'articolo -COLOMBIA – “SAPEVATE CHE A CALI C’È UNA ‘CUCINA PER TUTTI’?”

(ANS – Cali) – “La cucina? Come dire… La cucina è gioia, in cucina si ride molto, s’impara, si conoscono le persone, si scoprono tante cose... La cucina dà tranquillità e felicità, ci si dimentica dei problemi, uno si concentra sul sapore che sta cercando per offrirlo a qualcun’altro; e se qualcuno dice che quello che hai preparato è delizioso, è una gran soddisfazione, è il massimo”. È quanto racconta Rosa Inés Naranjo, in un servizio pubblicato dal quotidiano “El País” di Cali, mercoledì 8 luglio, a proposito del programma “Cucina per tutti” del Centro di Formazione Don Bosco.

Quella risposta Rosa l’aveva data un paio di settimane prima, a mezzogiorno. Nella mattinata aveva dimostrato con i fatti quello che poi ha sintetizzato in poche espressioni a parole: il potere trasformante della cucina. Si trattava di un incontro organizzato, per persone giunte da varie realtà del continente americano ad osservare da vicino la novità costituita dal programma “Cucina per tutti”, della Fondazione “Gases de Occidente”.

Dal 2008, con la collaborazione del Centro Don Bosco e gli chef Vicky Acosta e Jainer Grisales, il programma persegue come obiettivo principale l’inclusione sociale: “è pensato per i giovani degli strati sociali più bassi di Cali, affinché si formino come ausiliari di cucina, un profilo che mancava nel mercato. Tutto è stato possibile anche grazie al coinvolgimento del settore privato, il Servizio Nazionale di Apprendimento, il Governatorato della Valle del Cauca e il settore della ristorazione, che è stato molto generoso nell’accompagnamento. Il programma è sovvenzionato al 100% e ha un tasso di abbandono bassissimo: finora sono stati formati già 230 ragazzi”, ha dichiarato Melba Pinedo, Direttrice della Fondazione, aggiungendo anche che l’80% dei diplomati ora lavora.

Don Germán Londoño, SDB, Direttore del centro salesiano, sostiene che una delle cose più belle permesse dal programma è stato l’avvicinamento tra le due città che convivono a Cali: “pensare che un ragazzo di questa zona (quartiere Aguablanca) avrebbe lavorato in un ristorante a Granada, anni fa era una cosa quasi impossibile, e ora capita tutti i giorni. Ecco, quello che è successo è stato un atto di fiducia reciproca: hanno creduto nella società e la società ha creduto in loro. Un sacco di ragazzi che sono passati attraverso questo programma hanno creato una propria attività, hanno ridefinito la loro vita in modo diverso. Se si impara a cucinare bene, si vive bene, si eleva lo spirito”.

Nel 2008, Rosa Inés Naranjo, all’epoca 42enne, aveva perso il suo lavoro presso la lavanderia dell’ente “Seguro Social” e per un breve istante si era sentita come se, senza lavoro, si allontanasse un po’ anche dalla vita. Finché un giorno, tornando a casa, ha attraversato il Centro Don Bosco e si è accorta del programma di cucina, senza pensare che in questo modo avrebbe potuto trovare un nuovo lavoro, ma convinta soltanto che non poteva vivere senza realizzare nessuno dei suoi sogni nel cassetto. E tra i suoi sogni c’era sempre stata la cucina.

Pubblicato il 17/07/2015

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