(ANS – Roma) – Il centro diurno dell’opera salesiana Borgo Ragazzi Don Bosco è un servizio polifunzionale diurno per minori italiani e stranieri soggetti a provvedimenti penali con misure alternative al carcere o che per diversi motivi hanno abbandonato la scuola. In quest’ultimo anno, caratterizzato da molte novità, ha contribuito alla crescita umana di oltre 200 ragazzi.
Ai corsi del mattino del Centro diurno si sono iscritti complessivamente 67 ragazzi, cui vanno aggiunti i circa 85 ragazzi seguiti dallo sportello aperto per la formazione e il lavoro. Al pomeriggio il programma della “Skolé” ha accolto circa 55 ragazzi per il sostegno scolastico. E a tutti questi si sommano i 25 iscritti ai due corsi per diventare pizzaioli.
In totale, oltre 70 persone hanno aiutato a vario titolo le attività del centro, tra responsabili, salesiani, volontari del Servizio Civile, volontari, tirocinanti, novizi e novizie.
“Di fatto girano per le nostre stanze, per il Borgo e nella città oltre 300 persone coinvolte dalle attività – riporta uno degli operatori –. Veramente tante persone che vivono questa realtà, a volte in momenti diversi della giornata o in giorni diversi e che neanche si conoscono tra loro, ma tutte con la voglia di accogliere e sentirsi accolti”.
Rispetto agli anni passati i corsi mattutini hanno visto la partecipazione di un numero inferiore di ragazzi, ma è stata una scelta consapevole, presa a vantaggio di altre attività, come il corso di ristorazione, passato sotto la responsabilità del Centro di Formazione Professionale (sito anch’esso nella struttura del Borgo Ragazzi Don Bosco), e il corso per giardinieri, ch’è stato potenziato.
Questo è stato il 23° anno di attività del centro diurno e per celebrare il Bicentenario della nascita di Don Bosco è stato organizzato un pellegrinaggio a Torino, per conoscere i luoghi in cui tutto è iniziato. “È stata l’occasione per renderci conto che veramente è nato tutto da quel primo ragazzo accolto allora da Don Bosco, come poi dal primo ragazzo accolto da don Alfonso Alfano (Zi’ Fonzo) al Borgo, nel 1991, e che tutto era già potenzialmente dentro quella prima accoglienza affidata ad un Ave Maria detta con fede alla Madonna”, concludono gli operatori.
Pubblicato il 09/07/2015
