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9/6/2015 - Kenya - La scelta: un’avventura ben programmata
Foto dell'articolo -KENYA – LA SCELTA: UN’AVVENTURA BEN PROGRAMMATA

(ANS – Karen) – “Sono passati otto mesi dal mio arrivo all’opera 'Bosco Boys' di Nairobi, in Kenya, come volontaria. Da adolescente sognavo di andare in Africa per trascorrere parte della mia vita tra i bambini bisognosi. Sapevo che non sarei stata capace di fare grandi cose, ma ero certa che avrei potuto esser parte di questo bel lavoro per gli altri, contribuire con il mio ‘obolo’ per i bisognosi e avere un impatto almeno sulla vita di qualcuno”.

di Zuzana Knazekova, volontaria

“Nel periodo di formazione da volontaria pensavo di andare in Sud Sudan. Era una delle opzioni offerte ai volontari. Venire in Kenya non era nelle mie aspettative. (...) Ma oggi, guardando indietro al tempo che ho trascorso qui, non posso pensare che avrei potuto essere da qualche altra parte. Bosco Boys è il luogo perfetto per il mio anno di volontariato e di questo sono grata.

Pochi giorni dopo il mio arrivo al centro ho capito che questi bambini avevano da darmi più di quello che io aveva da dare loro. Questa esperienza è stata per me come tornare indietro alla ‘scuola della vita’. Qui ho imparato e capito profondamente che la vita reale è qualcosa di totalmente diverso da quello che vivevo nel mio paese.

Non si tratta di essere impegnati nel lavoro, fare soldi o affaticarsi su questioni d’ufficio, anche se di sicuro queste cose pure sono parte della vita; ma la vita vera è fatta delle piccole cose che troviamo ogni giorno, nei semplici sorrisi, negli occhi innocenti dei bambini, nella loro amicizia e, più ancora, nel donarci, o anche nel ricevere dagli altri.

Ho imparato come amare gli altri senza differenze, anche quando a volte ti offendono. Ho imparato anche che la vita è perdono, perfino ‘settanta volte sette’ e devo ammettere che questo lo sto ancora imparando. Si tratta di un bellissimo esercizio e, attraverso tutto questo, sto imparando come mantenere il mio cuore ‘fresco’ e affrontare le sfide di essere veramente umana.

Vorrei conoscere meglio i nostri ragazzi: le loro storie, come vivono, dove sono cresciuti… Ma ho capito che è difficile parlare di questo con loro. (...) La cosa più importante che ho percepito è che la maggior parte dei ragazzi ha bisogno di attenzione, di un’attenzione personale. Vogliono sentire che sono amati, che ‘qualcuno è interessato a loro’. Spesso hanno bisogno di parlare, solo per qualche minuto, e questo li rende veramente felici. Questo desiderio di attenzione alla persona non c’è solo in Kenya, ma in tutto il mondo, perciò mi ha dato questa sfida quando tornerò a casa: offrire più tempo agli altri. Questo può essere un invito per tutti noi, non aver paura di amare gli altri a cui manca l’amore. Amare gli altri è qualcosa di insito in ognuno di noi, viene messo in noi fin dall’inizio del nostro essere, dal nostro Dio amorevole; allora, perché nasconderlo agli altri? (...)

Non rimpiango un solo giorno della mia vita qui”.

Pubblicato il 09/06/2015

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