(ANS – Seul) – Dopo aver prestato servizio come parroco per due anni presso la casa di “Guro 3-dong” a Seul, lo scorso 31 marzo don Raphael Lee, SDB, è partito come missionario per Tonj, in Sud Sudan. Ha ammesso che sente un po’ il peso di partire missionario a 56 anni, ma non può negare che il suo cuore è pieno di gioia, perché si sente “un po’ più impegnato a portare l’amore di Dio a chi ne hanno bisogno”.

di Hilario Seo, SDB

Aggiunge inoltre che, “pensando che ci vorrà molto tempo per comprendere la situazione locale” ha deciso “di fare tutto il possibile per essere ben accolto dalla popolazione locale ed essere in grado di contribuire a ciò che è utile ai pochi confratelli della comunità di Tonj”.

Don Lee non nasconde la sua preoccupazione per il clima caldo, a cui non è abituato, e anche per la possibilità di malattie, ma la passione del suo cuore che desidera vivere più radicalmente l’insegnamento del Vangelo è stato un vero e proprio motore che l’ha spinto a partire in missione. E l’incoraggiamento ricevuto dai suoi confratelli che vivono in Sud Sudan è stato un altro fattore che ha motivato la sua scelta.

Nell’omelia offerta durante la messa d’invio, martedì 30 marzo, don Lee ha ricordato serenamente la sua storia vocazionale: ha incontrato i salesiani per la prima volta nella scuola secondaria; tra gli altri, ha ricordato don Vincenzo Donati – un missionario italiano che ha vissuto più di 30 anni in Giappone e Corea e che nel 1982 è andato in Africa, in risposta al “Progetto Africa” lanciato dal Rettor Maggiore Don Egidio Viganò – che lo invitò a prendere in considerazione la vocazione salesiana; ha ricordato, inoltre, che l’anno scorso l’ha passato a raccogliere aiuti materiali per i poveri della missione; e ha detto che vorrebbe “imparare di più della vera vita religiosa e sacerdotale e desidero ricevere il segreto della gioia della vita nel predicare il Vangelo di Cristo”.

Al termine dell’omelia don Stephen Yang, Ispettore della Corea del Sud, ha consegnato a don Lee la croce missionaria.

Tonj, in Sud Sudan, è una città molto nota alla maggior parte coreani, poiché vi  è la comunità in cui ha servito per 8 anni, fino al 2008, don John Lee, SDB. L’invio di don Raphael Lee è significativo non solo per la Famiglia Salesiana, ma anche per la popolazione coreana che ancora ricorda e ama don John Lee per il suo eroismo (il film documentario su don John Lee, dal titolo “Don’t cry for me Tonj!” è stato un grande successo).

Dopo la morte improvvisa di don John Lee, salvo per il breve periodo del soggiorno di don Henry Woo, anch’egli missionario a Tonj, non vi erano più stati legami diretti tra la missione e i Salesiani della Corea del Sud.

Pubblicato il 2/04/2015