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25/3/2015 - RMG - “Sogno che tutti quelli che ci vedano possano dire: quanto si vede che sono felici questi salesiani!”
Foto dell'articolo -RMG – “SOGNO CHE TUTTI QUELLI CHE CI VEDANO POSSANO DIRE: QUANTO SI VEDE CHE SONO FELICI QUESTI SALESIANI!”

(ANS – Roma) – Un anno fa, il 25 marzo 2014, il Capitolo Generale 27 ha eletto Don Ángel Fernández Artime come Rettor Maggiore e X Successore di Don Bosco; oggi in un’intervista egli ci racconta come è stato questo primo anno e i suoi sogni per la Congregazione Salesiana, e manda un messaggio finale ai giovani, alla Famiglia Salesiana e ai collaboratori laici.

Don Bosco era un sognatore. Come Successore di Don Bosco, qual è il suo sogno per la Congregazione?

Di tutto ciò che fa parte del mio sogno, scelgo in questo momento due aspetti che vengono direttamente dal mio cuore. Sogno una Congregazione dei Salesiani di Don Bosco in cui tutti e ciascuno di noi, suoi membri, senza eccezione, ci sentiamo veramente felici di vivere la vita che abbiamo scelto, dando ogni giorno una risposta gioiosa al Signore e a Don Bosco, a favore dei giovani.

Sogno che tutti quelli che ci vedano possano dire: quanto si vede che sono felici questi Salesiani! E che la nostra risposta possa essere: lo siamo perché il Signore riempie la nostra vita, perché ci sentiamo molto amati dai fratelli stessi e dalla famiglia e gli amici, le amiche che abbiamo, e perché ci riempie dare la vita ai giovani che il Signore mette sul nostro cammino.

E sogno una Congregazione che entro cinque anni, guardando al nostro Capitolo Generale 28, possa dire di se stessa che abbiamo continuato a crescere in autenticità e fedeltà a ciò che è più essenziale del nostro essere religiosi salesiani.

Don Bosco molte volte sognava, e attraverso i suoi sogni spesso vedeva più chiaramente le situazioni e le sfide che attendevano i Salesiani. C’è qualche aspetto particolare, da migliorare, oggi, per tornare al grande sogno di Don Bosco?  

Com’è scritto nella domanda, vorrei dire che mi piacerebbe avere questa capacità che aveva Don Bosco di poter vedere, sognando, le sfide che attendevano i suoi Salesiani a quel tempo. Ma scherzi a parte, sapendo che possiamo sempre contare sulla presenza del Signore nel suo Spirito, sì, mi azzardo a dire, dopo questo anno, che le grandi sfide hanno molto a che fare con ieri e certamente con l’oggi e il domani. Dico questo perché riguardano la nostra autenticità nel vivere la nostra vita religiosa consacrata e il carisma ricevuto. C’è una direzione dalla quale non dobbiamo mai scostarci di un millimetro: l’opzione preferenziale per i giovani (a volte sono adolescenti e bambini nel loro processo di crescita), e fra tutti, sempre quelli più poveri, bisognosi, abbandonati ed esclusi. Se camminiamo sempre in quella direzione, non abbiamo nulla da temere. Sono convinto che, in tal caso, noi non celebreremo solo i 200 anni, ma altri Salesiani e membri della Famiglia Salesiana celebreranno i 300 anni dalla nascita del nostro Padre Don Bosco.

Quali sono le realtà della Congregazione che, dopo un anno da Rettor Maggiore, anche attraverso i suoi viaggi, le paiono più significative?

Di quelle che ho conosciuto nei viaggi di quest’anno in quattro continenti, e consapevole che potrò incontrare molte realtà bellissime nei prossimi anni, se il Signore lo permette, evidenzio, in generale, tutto il servizio reso a molte migliaia e migliaia di giovani in difficoltà in tutto il mondo, e in particolare sottolineo in questo momento la scelta che hanno fatto i nostri fratelli a favore dei ragazzi orfani a causa dell’Ebola in Liberia e Sierra Leone; sottolineo la ricerca e l’incontro con i ragazzi di strada in molte nazioni del mondo; sottolineo l’accoglienza dei rifugiati nelle case salesiane di varie nazioni (tra le quali, il Sud Sudan), senza dimenticare l’attenzione a centinaia di bambini immigrati nelle case del Mediterraneo o dell’Europa dell’Est o del Medio Oriente. E non posso dimenticare gli altri rifugiati che sono fuggiti dalle guerre sui diversi confini, che si trovano in alcune delle nostre presenze, e ricordo anche che siamo rimasti presenti tra la popolazione e i giovani, quotidianamente, davanti al fuoco delle armi, ad Aleppo e nella Siria in genere.

Mentre ringrazio il Signore e Don Bosco per tanta dedizione dei miei fratelli, e di tutta la Famiglia Salesiana nel mondo, come potrei non commuovermi davanti a queste azioni che ci ricordano che stiamo facendo quello che Don Bosco certamente farebbe oggi, se si trovasse lì?

Ci sono anche molti giovani Salesiani che ora stanno vivendo il loro primo anno di vita salesiana: quale è il suo messaggio per loro?

Il mio messaggio è questo: “Miei cari giovani fratelli, siate felici di vivere questa bella vocazione. Siate felici seguendo con passione Gesù, sulle orme di Don Bosco. La nostra vocazione è meravigliosa, il carisma ricevuto è bello, sempre attuale, e migliaia di giovani lo attendono. Il Signore ha bisogno di voi; Don Bosco ha bisogno di voi; i giovani di tutto il mondo hanno bisogno di voi”.

Infine, come faceva Don Bosco, dica una “parolina all’orecchio”:

ai giovani

Davvero, cari giovani, voglio dirvi che vogliamo il vostro bene e la vostra felicità qui e nell’eternità. Non vi mancherà la Grazia che viene dal Signore. Coraggio, perché dovete essere i veri protagonisti delle vostre vita. Per questo, fate diventare realtà il sogno di Dio per ciascuno di voi.

alla Famiglia Salesiana

Mia cara Famiglia Salesiana: siamo una vera famiglia religiosa nella Chiesa. Ci si aspetta molto da noi. Dobbiamo essere, con convinzione, veri discepoli missionari, come ci chiede Papa Francesco. Quindi andiamo avanti, abbiamo cura della nostra fraternità e comunione e non lamentiamoci mai.

ai nostri collaboratori laici

Miei cari amici e amiche di tutto il mondo: ai miei fratelli salesiani nella Congregazione dico che “la missione condivisa con voi non è opzionale, ma un’esigenza del carisma e della missione”. A voi chiedo di aprire il vostro cuore e continuare a crescere nell'identità salesiana, per essere prosecutori della missione di Don Bosco oggi, che è molto di più che lavorare in una casa salesiana.

In occasione del primo anniversario dell’elezione di Don Á.F. Artime a Rettor Maggiore, il suo Vicario, don Francesco Cereda, ha pronunciato un discorso di ringraziamento, che è attualmente disponibile anche sul sito sdb.org.

Pubblicato il 25/03/2015

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