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11/2/2015 - Spagna - Cristiani perseguitati in Pakistan
Foto dell'articolo -SPAGNA – CRISTIANI PERSEGUITATI IN PAKISTAN

(ANS – Valencia)– “Il Sistema Educativo di Don Bosco nacque nell’incontro con i giovani bisognosi. Finché i Salesiani saranno con loro, quale che sia la piattaforma educativa, saranno fedeli al carisma salesiano”, spiega Segundo García, SDB, coordinatore delle Piattaforme Sociali della zona centro dell’Ispettoria “Spagna-Maria Ausiliatrice” e attualmente direttore degli “Appartamenti per l’Emancipazione Magone”, che i Salesiani hanno a Valencia per i giovani bisognosi maggiorenni. Come Joseph Anwar, un cattolico pachistano di 27 anni.

di Marta Peirat

Joseph ha dovuto abbandonare clandestinamente il suo paese per motivi religiosi. Sua sorella è stato ingiustamente accusata di blasfemia e si trova reclusa in una prigione in Pakistan, come altri 5000 e più cristiani perseguitati che sono trattenuti nelle carceri del paese. Joseph è dovuto scappare per paura del radicalismo islamico e della persecuzione contro i cristiani, e ha ottenuto lo status di rifugiato. Attualmente vive in uno degli “appartamenti per l’emancipazione” dei Salesiani di Valencia.

Curiosamente Joseph abita con altri quattro giovani, tutti musulmani. Anche se in un primo momento la cosa è stata un forte shock per lui, si è poi reso conto che lì, in questa casa, il fatto di appartenere a religioni diverse non è un ostacolo alla convivenza e dalla sua messa in opera non c’è mai stato alcun problema per motivi religiosi. Anzi, vengono celebrate congiuntamente le più importanti feste, sia cristiane, sia musulmane.

Joseph cerca di raccogliere aiuti per la sorella, condannata a morte, per il cognato, disabile, e per i suoi nipoti. È convinto che gli è stata data una nuova vita per liberare gli altri, e sebbene confessi di sentirsi scoraggiato, tira fuori la forza per trovare soluzioni alla situazione della sua famiglia e dei molti altri falsamente accusati di blasfemia. “Voglio essere una voce per i cristiani perseguitati in Pakistan”, ha detto. Attualmente la voce significa far sì che alcune organizzazioni internazionali, come Amnesty International o simili, diano eco al caso per esigere che il governo pakistano liberi i quei cristiani ingiustamente condannati.

“I salesiani grazie a questi appartamenti possono aiutare i giovani come Joseph, che da un giorno all’altro passano dall’avere tutto al non avere niente, dall’essere dei bambini al diventare adulti, dall’essere accompagnati al trovarsi senza riferimenti. Hanno bisogno di alloggio, lavoro... con l’aggravante che, se non lo trovano, perdono il permesso di soggiorno, con tutto ciò che questo comporta”, aggiunge don García.

“Don Bosco diceva che la familiarità genera affetto e l’affetto fiducia, e la fiducia è necessaria nell’educazione. Questo progetto è un modo per incontrare i giovani bisognosi in un ambiente molto meno formale, più familiare, che ci consente una maggiore fiducia, sapendo che la fiducia è alla base di qualsiasi processo educativo”, conclude.

Il racconto della fuga di Joseph dal Pakistan e ulteriori informazioni sul progetto sono disponibili, in spagnolo, sul sito: www.donbosco.es.

Pubblicato il 11/02/2015

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