(ANS– Bangui) – “Molti genitori ci portano i loro figli sicuri che alla Don Bosco si può sfruttare quest’anno scolastico e molti giovani vengono con la speranza di poter studiare in pace”, racconta don Desiré Adjeckam, Direttore della comunità e della scuola secondaria salesiane a Damala, quartiere di Bangui. La sua testimonianza è stata pubblicata sul sito del progetto “Spazi di Pace, Scuole di Riconciliazione in Repubblica Centrafricana”.

Prosegue don Adjeckam: “Abbiamo appena iniziato l’anno scolastico. Di notte ancora si sentono alcuni colpi e i militari pattugliano le strade per cercare di proteggere la popolazione. Ieri un giovane è stato ucciso di fronte alla propria casa, volevano rubargli una vecchia moto. Girano molte armi incontrollate per la città, ma noi restiamo per i giovani”.

“A poco a poco la pace sta aprendosi un cammino, appaiono piccoli mercati, i tassisti, i funzionari e molte persone si spostano avanti e indietro. Vogliamo continuare a normalizzare questa situazione aprendo il Centro di Educazione Secondaria ‘Don Bosco’ di Bangui”.

“Molti centri non apriranno in questo contesto di incertezza. Lo Stato deve ancora molti mesi di salario arretrato agli insegnanti. Dai Salesiani ci sono educatori, lezioni e uno spazio di sicurezza. Gli insegnanti sono la garanzia di relazioni umane e di protezione. Non si può lasciar disperdere i giovani sulla strada, col rischio della violenza e di perdere il ritmo della formazione”.

“Il nostro lavoro è far sì che i giovani abbiano speranza, che credano nel futuro della Repubblica Centrafricana e che bisogna prepararsi già oggi per un domani in pace e prosperità”.

Sul sito “Spazi di Pace, Scuole di Riconciliazione in Repubblica Centrafricana” sono disponibili altre testimonianze come quella di don Adjeckam.

Pubblicato il 12/12/2014