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19/11/2014 - Italia - “Italiani alla fine del mondo. Missionari salesiani in Patagonia e nella Terra del Fuoco”
Foto dell'articolo -ITALIA – “ITALIANI ALLA FINE DEL MONDO. MISSIONARI SALESIANI IN PATAGONIA E NELLA TERRA DEL FUOCO”
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(ANS – Roma) – “La Nazione Argentina non può essere spiegata con onestà intellettuale, soprattutto in Patagonia, se non va di pari passo alla presenza dei Figli e delle Figlie di Don Bosco, questo gigante italiano piemontese che lo Stato argentino e la Chiesa riconoscono come patrono della Patagonia”. Con queste parole, Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, ha concluso l’evento svoltosi ieri, 18 novembre, nella sala Aldo Moro del Parlamento italiano (Montecitorio), dove diversi oratori hanno evidenziato la missione dei pionieri salesiani italiani in Patagonia e Terra del Fuoco.

di Andrés Felipe Loaiza, SDB

“Italiani alla fine del mondo. Missionari salesiani in Patagonia e nella Terra del Fuoco” è il nome dell’evento, organizzato nell’ambito del Congresso Storico Internazionale in occasione del Bicentenario della nascita di Don Bosco; all’appuntamento, coordinato dal prof. don Francisco Motto, SDB, hanno partecipato tra gli altri, il cardinale salesiano Raffaele Farina, Bibliotecario emerito della Biblioteca Vaticana; e gli onorevoli Paola Binetti e Gian Luigi Gigli, deputati, che hanno condiviso i loro legami e contatti con la missione salesiana.

Il primo intervento è stato a cura della prof.ssa Maria Andrea Nicoletti (Universidad Nacional Río Negro, San Carlos de Bariloche, Argentina), che ha condotto una sintesi storica della presenza dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice in quelle terre, e ripercorso le storie di alcuni religiosi che hanno lavorato con maggiore visibilità in luoghi come Río Negro, Neuquén, Chubut, Terra del Fuoco, Santa Cruz e Isole Malvinas.

Quindi, il prof. Nicola Bottiglieri (Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Italia), con un approccio più letterario, ha evidenziato il grande significato dell’azione missionaria: “Diciamo subito che l’orizzonte è il luogo privilegiato dove avviene una rivelazione o per meglio dire il luogo dove il cielo si rivela”. Egli ha sottolineato l’importante ruolo di don Alberto Maria De Agostini, che attraverso i suoi scritti e le fotografie ha molto contribuito alle ricerche successive. “Se oggi abbiamo le ultime foto sugli indios scomparsi è grazie al suo lavoro; se oggi sappiamo di quanto si sono ritirati i ghiacci alla fine del continente americano è grazie al confronto fra le foto del satellite e quelle che lui fece agli inizi del secolo”.

La prof.ssa Gabriella Dionisi (Università della Tuscia, Italia), ha poi evidenziato la figura di don Giovanni Bernabè, ideatore e creatore di 5 scuole e 25 chiese costruite in Patagonia, molte delle quali sono stati dichiarati monumento nazionale dal governo argentino. È importante sottolineare che Padre Bernabè seppe coniugare la sua conoscenza architettonica con un grande adattamento al contesto e ai materiali disponibili in loco.

Altro momento topico si è avuto con la lettura del secondo sogno missionario di Don Bosco, avvenuto nel 1883, dove si racconta nel dettaglio la realtà della Patagonia; a leggere il brano del sogno è stato Alessandro Vantini, attore che ha recitato nel film “Al Sud del Sud”, pellicola che racconta, da una prospettiva laica, una piccola parte della missione salesiana sviluppatasi tra Cile e Argentina.

Infine, facendo riferimento alla “visita che Don Bosco compie in Argentina”, il Rettor Maggiore ha detto: “134 anni dopo la prima spedizione o invio dei missionari in Argentina nel 1875, lo stesso Don Bosco ‘visita’ l’Argentina. Scrivo la parola visita tra virgolette perché certamente sono state le sue reliquie che il 18 luglio del 2009 ad aver toccato il sud argentino, entrando dalla vicina Repubblica del Cile, attraverso il Capo San Sebastián alla Terra del Fuoco, per arrivare il giorno 19 a Rio Grande, nella missione ‘la Candelaria’, oggi una bella scuola agricola”.

Oggi, nell’Anno Bicentenario della Nascita di Don Bosco, “siamo in grado di raccontare una storia che è stata eroica; una storia che, con i parametri del tempo, ha cercato solo il bene di quelle persone; una storia che ha reso possibile la nascita e lo sviluppo di una parte preziosa della popolazione della Repubblica Argentina, la Patagonia”.

Pubblicato il 19/11/2014

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