(ANS – Tijuana) – La Fondazione “Trust for the Americas”, organizzazione no-profit affiliata all’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), ha consegnato lo scorso 30 ottobre un riconoscimento al refettorio salesiano “Padre Chava” - una delle sette opere del Progetto Salesiano a Tijuana - in virtù del suo lavoro a favore dei migranti.
di Mario Jiménez
Il riconoscimento è stato consegnato nell’ambito dell’evento “Aprendo Porte e Creando Opportunità”, celebrato presso la sede dell’OSA a Washington DC; da parte salesiana vi hanno partecipato la signora Margarita Andonaegui, responsabile di quest’opera di impegno sociale al servizio dei più vulnerabili; e don Ernesto Hernández Ruiz, SDB, fino a pochi mesi fa direttore dell’opera.
Il premio, denominato “Leadership sociale” è stato consegnato anche ad altre organizzazioni attive nel sociale dell’America Latina: “Fundación Arcángeles” (Colombia) e Centro Comunitario CEACA (Brasile), istituzioni che con il refettorio salesiano “Padre Chava” condividono l’applicazione del Programma di Opportunità Economiche attraverso la Tecnologia nelle Americhe (POETA).
Nelle celebrazioni per il XV anniversario della Fondazione “Trust for the Americas” si è dato riconoscimento all’evoluzione avuta dal progetto POETA, che ha avuto inizio in Guatemala nel 2004 e che dal novembre del 2012 si applica anche alle strutture salesiane del refettorio “Padre Chava”, grazie alla collaborazione del Progetto Salesiano Tijuana. È grazie a tale progetto che nell’opera è stato creato un centro computer, che offre corsi di formazione supportati dalla Microsoft e vari laboratori, conferenze e attività sul tema dei Diritti Umani e della Cultura della Legalità.
Scopo del programma di Tijuana è quello di avvicinare i giovani migranti alle nuove tecnologie informatiche, favorendo così il loro accesso al lavoro.
Il refettorio salesiano “Padre Chava”, a dispetto del nome, non offre solo da mangiare: è un centro d’attenzione per migranti fondato oltre 15 anni fa e frequentato ogni giorno da circa 1.200 persone. In un ambiente accogliente e dignitoso, esso offre ai suoi ospiti cibo, assistenza medica, legale e psicologica, formazione informatica, cura della persona... Il nome dell’opera rende omaggio al salesiano che la fondò, don Salvador Romo, per tutti “Padre Chava” (1940-2002).
(traduzione di Gian Francesco Romano)
Pubblicato il 05/11/2014