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28/10/2014 - RMG - “Se lasciassimo l’Africa, sarebbe un tradimento verso la popolazione”
Foto dell'articolo -RMG – “SE LASCIASSIMO L’AFRICA, SAREBBE UN TRADIMENTO VERSO LA POPOLAZIONE”

(ANS – Roma) – “Se lasciassi questo posto, sarebbe un tradimento verso la popolazione”, dice in una conversazione con il network ABC René González, missionario degli Agostiniani Recoletti nel villaggio di Kamabai, nord della Sierra Leone. Nell’articolo, pubblicato il 21 ottobre, sono raccolte anche altre testimonianze di vari missionari – come quella di don Antonio Gutiérrez, SDB – che continuano a perseguire la loro missione tra coloro che sono colpiti dall’Ebola. Di seguito riportiamo alcuni stralci dell’articolo.

Da quando l’epidemia di Ebola ha colpito l’Africa occidentale con una delle peggiori emergenze sanitarie della storia, circa 9.200 persone sono state infettate e altre 4.500 sono morte. Tra loro, anche i due missionari spagnoli Miguel Pajares e Manuel García Viejo. Anche se sono passate già diverse settimane dalla loro morte, il rimpatrio di entrambi i religiosi continua a creare una polemica che sembra dimenticare la realtà della questione: nessuno di questi religiosi è lì per turismo, ma rischia la vita per prevenire l’ulteriore diffusione dell’epidemia.

Solo in Sierra Leone ci sono stati 3.410 contagi e 1.200 morti. “Il clima è di tensione, spaventoso. Proviamo un grande senso d’impotenza” dice René González. Insieme a lui, originario di Olmedo (Valladolid, Spagna) continuano ad operare nel paese africano tre missionari spagnoli: il salesiano don Antonio Gutiérrez, nella città di Bo; Luis Perez, saveriano a Makeni; e José Luis Garayoa, confratello di René González in Kamabai.

Ma l’Ebola non si limita alla Sierra Leone. In Liberia, il paese attualmente più colpito, ci sono stati 4.262 casi e 2.484 decessi. In questo stato, pur essendoci stabili diversi sacerdoti spagnoli, la realtà locale impedisce l’arrivo di nuovi. Allo stesso modo, nella vicina Repubblica di Guinea, (dove si è sviluppata la malattia) sono presenti tre salesiani spagnoli: José Ramón Guinea, a Kankan; don Rafael Sabé, a Siguiri, e don Emilio Hernando, nella capitale, Conakry. Alcuni di loro sono parte di un comitato di prevenzione dedito a informare la popolazione per prevenire ulteriori infezioni. Per il resto, si occupano di oltre 300 bambini rimasti orfani a causa del virus.

“L’ospedale dove si trovano i pazienti è già al completo”, dice don Hernando, che vive in Africa da oltre tre decenni. “Perché sono ancora qui? Per la semplice ragione che non possiamo abbandonare la popolazione”.

L’articolo, scritto da Eduardo S. Molano, corrispondente del quotidiano “ABC” ad Accra, è disponibile sul sito dei salesiani di Spagna.

Pubblicato il 28/10/2014

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