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22/10/2014 - Italia - “Perché il mondo si è accorto solo oggi dell’Ebola?”
Foto dell'articolo -ITALIA – “PERCHÉ IL MONDO SI È ACCORTO SOLO OGGI DELL’EBOLA?”

(ANS – Roma) – Ieri, 21 ottobre, presso la Casa Generalizia dei Padri Camilliani si è tenuta la tavola rotonda “Fratelli d’Ebola – In ascolto delle comunità più colpite”. All’evento hanno partecipato vari istituti religiosi e organizzazioni di volontariato e di cooperazione internazionale che hanno anche promosso l’evento, tra cui i Salesiani di Don Bosco – Fondazione DON BOSCO NEL MONDO, e il Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS).

di Marcella Orsini

Obiettivo della tavola rotonda – moderatori da Marco Iazzolino, collaboratore dei Camilliani per le missioni, e Moira Monacelli, di Caritas Italiana – è stato coinvolgere e attivare le organizzazioni nazionali e internazionali per affrontare insieme l’emergenza sanitaria e umanitaria causata dall’Ebola. Il virus ad oggi ha colpito circa 9.000 persone e ne ha uccise circa 4.000. Le conseguenze dell’epidemia non si fermano alle migliaia di morti, ma hanno ripercussioni sull’accesso alla salute per la cura delle malattie ordinarie, la sicurezza alimentare, l’acuirsi dell’instabilità economica e la disgregazione sociale.

La Sierra Leone, la Liberia e la Guinea i paesi più colpiti, sono anche tra i paesi con il più basso Indice di Sviluppo Umano, dove si muore anche di malaria e di parto per l’assenza di laboratori, per la chiusura degli ospedali e per la psicosi generata dalla presenza di Ebola; dove si muore di fame per mancanza di accesso al cibo e l’aumento dei prezzi; dove si muore per mancanza d’informazioni sulla trasmissione del virus e le pratiche igieniche di prevenzione; e dove si muore d’ingiustizia per mancanza di supporto istituzionale ai governi locali strutturalmente fragili, mentre aumentano sempre di più i bambini rimasti orfani e quelli allontanati e abbandonati.

Intervenendo telefonicamente, mons. Emmanuel Felemou, vescovo di Kankan, ha presentato il quadro della sua realtà, sottolineato la necessità di un maggior impegno nella prevenzione e il compito di restituire la speranza alla popolazione da parte delle autorità religiose.

Delle associazioni che hanno organizzato la tavola rotonda sono poi intervenuti:

  • Padre Natalio Paganelli, camilliano, amministratore apostolico della diocesi di Makeni, Sierra Leone, che sta organizzando un gruppo d’intervento a partire da un piccolo ospedale locale che è affidato alla sua amministrazione.
  • Padre Maurizio Boa, giuseppino del Murialdo, a Freetown, Sierra Leone, che ha raccontato la situazione di emergenza vissuta della popolazione della sua zona, dove le quarantene impediscono l’accesso al cibo e alle cure.
  • Fratel Michael Koroma, dei Fatebenefratelli da Lunsar, Sierra Leone che ha confermato la presenza di un’autentica emergenza umanitaria nella sua area. Mancano le strumentazioni tecniche per lo screening iniziale, aumentano la malnutrizione infantile, le morti per parto e per altre malattie tropicali.
  • Mons. Robert Vitillo, delegato per Salute e HIV di Caritas Internationalis – Ginevra – ha posto nuovamente l’attenzione sulla necessità della prevenzione in vista della riapertura degli ospedali religiosi e civili, supportando, ma non sostituendo i governi locali.
  • Infine Fratel Marco Fabello, dei Fatebenefratelli ha posto una domanda provocatoria: perché il mondo si è accorto solo oggi dell’Ebola?

Pubblicato il 22/10/2014        

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