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19/9/2014 - Ucraina - Una chiamata dalla zona di guerra
Foto dell'articolo -UCRAINA – UNA CHIAMATA DALLA ZONA DI GUERRA

(ANS – Lviv) – Il 3 Settembre scorso un giovane sacerdote salesiano ucraino, don Grigorij, è partito come cappellano verso l’Est dell’Ucraina, per stare vicino ed offrire conforto spirituale ai giovani militari in guerra aperta ormai da sei mesi. La scelta del giovane sacerdote, finora di stanza a Lviv – a 1200 km da dove ora si trova – è stata libera e volontaria.

È opportuno sottolineare che la situazione in Ucraina attualmente non è per niente stabile: il territorio ucraino dell’Est è occupato da truppe straniere e bande separatiste; ovunque c’è distruzione e molte persone che sono rimaste si nascondono da mesi nei sotterranei.

La tragedia tocca tutta l’Ucraina: molti morti si contano anche tra i civili delle zone di Donetsk e Lugansk, altri tra i militari e i molti ragazzi e giovani che giungono da tutte le parti del paese perché desiderano un futuro migliore, una maggiore indipendenza, la dignità. Tra la gente inoltre si diffonde il clima di sfiducia e di stanchezza, per la situazione, la crisi economica...

Don Grigorij ora si trova vicino alla prima linea di fuoco; chiama saltuariamente i famigliari e i confratelli, dato che l’uso del cellulare è vietato. Al telefono non indica mai il posto preciso in cui si trova, perché le chiamate sono intercettate. Il suo compito primario è sostenere lo spirito dei militari, attraverso la preghiera, la Confessione, l’incontro personale. Racconta di molte domande di fede e di qualche conversione: “ci sostiene solo la fede, che qui non manca!”.

Fa parte della missione di don Grigorij, purtroppo, anche la celebrazione dei funerali, che sono molti. Racconta che lo hanno colpito molto le esequie dei soldati ucraini celebrate su un camion bruciato da un missile russo: “Qui si fa la guerra davvero”.

Nonostante i drammatici momenti che sta vivendo, il salesiano si sente bene ed è entusiasta della sua missione, al servizio gratuito dei bisognosi. A parte ciò che gli è necessario per il servizio sacerdotale, don Grigorij distribuisce tra i militari i viveri e il vestiario che i salesiani di Lviv gli inviano per vie sicure. Alla domanda “Hai anche un arma?” risponde con il sorriso: “Sì, il crocefisso”.

Pubblicato il 19/09/2014

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