(ANS – Roma) – Proseguendo nell’analisi sulla realtà salesiana in vista del Capitolo Generale 27, presentiamo oggi è la situazione della regione Africa-Madagascar. A parlarcene è don Manolo Jiménez, dell’Africa Tropicale Equatoriale (ATE).

Qual è lo stato della Congregazione nelle sua regione, davanti alle istanze dei giovani, della società e della Chiesa?

La maggior parte delle circoscrizioni salesiane (Ispettorie, Visitatorie e Delegazioni) e delle case salesiane del continente “afro-malgascio” ha pochi anni di vita, rispetto al resto delle regioni della Congregazione. Possiamo dire che siamo nella fase “fondativa” o di “primo consolidamento” della nostra presenza e di servizio missionario. Questo ci spinge a impegnarci soprattutto a garantire la fedeltà alla nostra identità carismatica, per offrire alla gioventù salesiana, alla società e alla Chiesa africana ciò che c’è di più prezioso del nostro patrimonio.

Per grazia di Dio, viviamo un momento di crescita vocazionale che costituisce per noi una fortuna e un impegno: una fortuna per le possibilità di risposta missionaria che tutto questo implica; e impegno per l’importanza di una formazione che garantisca la fedeltà delle nuove generazioni salesiane ai valori del nostro spirito.

La Chiesa e la società ci guardano con simpatia e gratitudine. Già Don Viganò disse che l’Africa è stata fatta per il carisma salesiano e che questo ben si adatta al contesto africano. Rendere il volto di Don Bosco nel nostro continente sempre più africano e rendere più salesiano il progetto missionario che portiamo avanti è l’orizzonte permanente dei salesiani nella regione.

Qual è l’apporto specifico che la sua regione potrà dare al CG27?

Un elemento che può e deve “colorare” il nostro modo di vivere il messaggio del CG27 è l’“entusiasmo vocazionale”. La lettera di convocazione per il CG27 del Rettor Maggiore inizia con un richiamo alla centralità della vocazione come elemento unificante delle tre dimensione del profilo del nuovo salesiano – mistico, profeta e servitore – e la gioventù della Congregazione nella nostra regione (gioventù riferita sia alla bassa età media dei confratelli e sia alla nostra presenza sul continente). Questo ci dà la possibilità di vivere con la profondità, coerenza e coraggio la nostra vocazione salesiana, lanciandoci a scoprire e a sperimentare nuove forme di vita spirituale, comunitaria e apostolica.

Vivere con entusiasmo - nel senso etimologico del termine: innestati in Dio! – la nostra risposta al Signore, potrà essere un formidabile contributo della regione al momento particolarmente significativo del CG27 per la nostra Congregazione.

In che modo i Salesiani della sua regione cercano di essere Testimoni della radicalità evangelica?

Tra i compiti che il continente africano sottopone alla Congregazione, sottolineerei  la fraternità vissuta in un contesto di pluralità etnica, culturale, religiosa... La nostra scommessa sul Signore e il suo Vangelo ci porta a vivere integralmente le esigenze della nostra professione religiosa, e – nel nostro contesto – l’impegno a “vivere nella Società Salesiana in comunione di spirito e di azione con i miei fratelli”. La testimonianza di fratellanza e di amicizia tra i salesiani, come proposto dall’articolo 51 delle nostre Costituzioni, è un messaggio e una proposta formidabile per i giovani, la società e la Chiesa africana oggi.

Pubblicato il 24/01/2014