Elisabetta Viozzi intervista Alessandra D’Asaro D: Sappiamo che il VIS purtroppo ha subito drammatiche perdite, molti bambini sono sotto le macerie delle vostre strutture. R: Sono 9 case dei salesiani, 4 sono praticamente inagibili e le altre sono a disposizione di tutta la popolazione. Infatti i salesiani hanno messo a disposizione degli ampi spazi. Da una parte ci sono le costruzioni distrutte e dall’altra ci sono degli ampi spazi per le tendopoli. Per quanto riguarda invece le perdite i salesiani hanno perso 3 sacerdoti e 300 ragazzi. Ovviamente il numero non è preciso, perché qui sono in pratica bambini di strada quindi nessuno sa precisamente quanti sono. Sono stati purtroppo sotto al sole i corpi senza vita e poi messi in fosse comuni arrangiate. Questa però è la situazione non solo dei salesiani, ma di tutta la popolazione. Ancora oggi a distanza di qualche giorno dal terremoto si trovano ancora cadaveri in decomposizione per le strade. Il vero problema qui è che il governo non c’è. Quindi chiunque, e fra questi i salesiani, chi ha delle piccole possibilità le mette a disposizione. Tenete conto che noi ci troviamo in una casa salesiana dove è stato approntato un piccolo, piccolissimo centro sanitario e ci vengono le persone che non riescono ad entrare negli ospedali. D: Come si fa a contare le vittime e allo stesso tempo portare aiuti alla popolazione. R: Purtroppo il fatto che non ci sia un governo… C’è una grande confusione ha preso in mano un po’ tutto le Nazioni Unite e i primi che hanno soccorso ovviamente per motivi di vicinanza sono la Repubblica Dominicana e tutta l’America Latina poi sono arrivati gli altri. Ovviamente più aiuti ci sono meglio è. Qui l’emergenza è alimentare e sanitaria soprattutto perché tenendo i cadaveri ancora per le strade c’è il rischio di grosse epidemie e sembra che siano già iniziate colera e tifo. Quindi più c’è aiuto e meglio è in tutti i sensi. Sia da un punto di vista economico che sanitario e anche alimentare. D: Quali sono i bisogni più immediati. R: L’acqua! Perché le falde acquifere con i cadaveri sotto al sole possono inquinarsi in qualche modo. Quindi qui c’è proprio bisogno di acqua. I padri salesiani si stanno dando molto da fare in tutti i modi. Ripeto hanno offerto le loro strutture che sono completamente diroccate quindi pericolosissime dove ci sono però degli spazi perché secondo la filosofia di Don Bosco c’è sempre un campo di calcio dappertutto questi campi sono diventati degli spazi per le tendopoli. D: In queste ore la polemica è sul coordinamento americano degli aiuti. Voi organizzazioni umanitarie che siete abituate ad agire in situazioni di emergenza e avete delle procedure consolidate che percezione avete dell’efficacia degli aiuti. R: C’è una grande confusione nel senso che la popolazione è completamente abbandonata dal proprio governo: questa è la cosa che mette in difficoltà un po’ tutto. Non si sa chi deve prendere delle decisioni. Per esempio adesso c’è un altro problema molto grosso che è lo sciacallaggio. I muri di recinzione sono tutti crollati quindi lo sciacallaggio è aumentato ma non c’è nessuno che possa evitare questo scempio anche da un punto di vista legale. Quindi c’è una grande confusione da un punto di vista istituzionale del Paese. Gli aiuti delle Nazioni Unite li vediamo che sono sempre presenti e quindi molto efficaci però la gente è per strada e non sa dove andare. Non c’è la possibilità di levare le macerie, ancora non c’è un programma, anche l’agilità delle strade è piuttosto complicata.