IHS

Buenos Aires, 18 maggio 1986

R.P.
Cayetano Bruno, SDB
Buenos Aires

Caro P. Bruno:

Pax Christi!!
                                    Nella sua lettera del 24 febbraio Lei mi chiese di provare a scrivere qualcosa circa l’esperienza che ho avuto con il sig. Zatti (del quale sono divenuto molto amico) in riferimento alla mancanza di Fratelli Coadiutori. Chiedo scusa per il ritardo nella risposta, ma in questo periodo ho davvero fatto fatica a trovare un momento tranquillo per ricordare tutto quanto e metterlo per iscritto. Ma non è mai troppo tardi...

1.    Avevamo una grande carenza di Fratelli Coadiutori. Parlo del 1976 come anno di riferimento, perché è stato allora che conobbi la vita del sig. Zatti. In quell’anno il fratello coadiutore più giovane aveva 35 anni, era un infermiere e sarebbe morto da lì a 4 anni per un tumore cerebrale. Il secondo più giovane aveva 46 anni, e il terzo 50. Da lì in poi tutte persone anziane (molti dei quali continuano a lavorare splendidamente ancora oggi, con i loro 80 anni ed oltre). Questo “quadro demografico” dei Fratelli Coadiutori della Provincia Argentina stava facendo pensare molti alla possibilità che si trattasse di una situazione irreversibile, e che non ci sarebbero state più vocazioni. Alcuni, addirittura, mettevano in discussione “l’attualità” della vocazione del Fratello Coadiutore nella Compagnia, perché – stando ai dati – sembravano destinati all’estinzione. Da più parti si facevano anche sforzi per delineare una “nuova immagine” di Fratello Coadiutore, per vedere se – in questo modo – si ottenesse un maggior numero di giovani che seguisse questo ideale.

2.    D’altra parte, il Preposito Generale, P. Pedro Arrupe, SJ, insisteva molto sulla necessità della vocazione del Fratello Coadiutore per l’intero corpo della Compagnia. Diceva anche che la Compagnia non era la Compagnia, senza Fratelli Coadiutori. Gli sforzi compiuti dal P. Arrupe in questo settore furono enormi. La crisi non era solo di alcune province, ma di tutta la Compagnia (in riferimento alle vocazioni di Fratelli).

3.    Nel 1976, credo che fosse settembre, nel corso di una visita che feci ai missionari gesuiti nel nord dell’Argentina, sostai nell’arcidiocesi di Salta per un paio di giorni. Lì, tra una chiacchiera e l’altra, mons. Pérez mi parlò della vita del sig. Zatti. E mi diede anche da leggere il libro della sua vita. Mi colpì la sua figura di Coadiutore così piena. Da quel momento sentii che avrei dovuto chiedere al Signore, per intercessione di questo grande Fratello Coadiutore, che ci inviasse delle vocazioni. Feci delle novene e chiese ai novizi di farle.

4.    Tengo a precisare due cose: in primo luogo che le date non sono precise. Parlando del settembre del ‘76 voglio indicare un periodo più o meno lungo di tempo, in un arco di circa sei mesi. Per determinare la data esatta, dovrei consultare i documenti della Curia Provinciale. Ma per questo resoconto è sufficiente un’indicazione generale del periodo. La seconda cosa è che anche a Salta in più occasioni sentii il moto interiore di raccomandare al Signore e alla Signora del Miracolo la crescita delle vocazioni nella Provincia (questo in generale, non specificamente dei Fratelli Coadiutori; per quelle chiedevo l’intercessione del sig. Zatti). Feci anche una promessa, che i novizi sarebbero andati in pellegrinaggio alla Festa del Signore e della Signora del Miracolo se avessimo raggiunto il numero di 35 novizi (cosa che si verificò nel settembre del 1979).

5.    Torno alla preghiera per le vocazioni di Coadiutori. Nel luglio 1977 giunse il primo giovane Coadiutore (attualmente ha 32 anni). Il 29 ottobre dello stesso anno arrivò il secondo (ora ha 33 anni). Poi così di seguito:

• il terzo entrò nel 1978, attualmente ha 33 anni;
• il quarto entrò nel 1978, attualmente ha 26 anni;
• il quinto entrò nel 1979, attualmente ha 42 anni;
• il sesto entrò nel 1980, attualmente ha 24 anni;
• il settimo entrò nel en 1981, attualmente ha 39 anni;
• l’ottavo entrò nel 1981, attualmente ha 27 anni;
• il nono entrò nel 1981, attualmente ha 23 anni;
• il decimo entrò nel 1981, attualmente ha 27 anni;
• [l’undicesimo manca nella versione originale, ndr];
• il dodicesimo entrò nel 1982 attualmente ha 25 anni;
• il 13° entrò nel 1983 attualmente ha 25 anni;
• il 14° entrò nel 1983 attualmente ha 25 anni;
• il 15° entrò nel 1983 attualmente ha 22 anni;
• il 16° entrò nel 1985 attualmente ha 25 anni;
• il 17° e il 18° sono entrati  quest’anno e sono attualmente in Noviziato.

Cioè, da quando abbiamo iniziato le invocazioni al sig. Zatti sono arrivati 18 Coadiutori giovani che hanno perseverato, oltre ad altri 5 che hanno lasciato il noviziato o lo juniorato. In totale: 23 vocazioni.

6.    I novizi, gli studenti e i giovani Coadiutori hanno fatto varie volte la Novena in onore del sig. Zatti chiedendo vocazioni di Coadiutori. Io stesso ne ho fatte. Sono convinto della sua intercessione, in questo caso, dato che il numero è un caso raro nella Compagnia. Come gesto di riconoscimento, nella 2ª e nella 3ª edizione del Devozionario del Sacro Cuore abbiamo inserito la Novena per richiedere la Canonizzazione del sig. Zatti.

7.    Un dato interessante è offerto dalla qualità di quelli che sono entrati e hanno perseverato. Sono giovani che vogliono essere Coadiutori come Sant’Ignazio voleva che fossero, senza che gli si “indorasse la pillola”. Per noi la vocazione del Fratello Coadiutore è molto importante, don Arrupe diceva che la Compagnia, senza di loro, non era la Compagnia; hanno un carisma speciale che si alimenta con la preghiera e il lavoro. E fanno bene a tutto il corpo della Compagnia. E richiedono esigenza. Padre Swinnen, che era Maestro [dei novizi, ndr] all’epoca in cui iniziarono ad arrivare le vocazioni dei Fratelli (successivamente è stato Provinciale e ora è tornato ad essere Padre Maestro) ha saputo infondere in loro, sin dall’inizio, il vero carisma ignaziano della Coadiutoria Temporale. E così ha fatto chi gli è successo nella carica di Maestro, mentre lui era Provinciale (Padre López Rosas). I giovani rimangono delusi quando vedono che sono trattati con mezze misure o palliativi nella loro vocazione. Vogliono essere tutti d’un pezzo (anche se a volte protestano al momento, ma nel profondo del cuore cercano cose autentiche, non imitazioni).

Questa è stato, in generale, la storia del mio rapporto col sig. Zatti a proposito delle Vocazioni dei Fratelli Coadiutori nella Compagnia. Ripeto che sono convinto della sua intercessione, perché so tutto ciò che gli abbiamo chiesto, invocandolo come avvocato per quest’affare.

Nulla di più per oggi. Resto Vostro afmmo., in nostro Signore e la Sua Santissima Madre,

                    Jorge Mario Bergoglio, S.J.

                                                (Segue)

8.    Rileggendo la lettera vedo che sarebbe da completare il numero 7, parlando della qualità dei giovani Coadiutori. Sono pii, allegri, lavoratori, sani. Veri uomini e consapevoli della vocazione a cui sono stati chiamati. Sentono una speciale responsabilità di preghiera verso i giovani studenti gesuiti che si preparano al sacerdozio. In loro non si nota alcun “complesso di inferiorità” per non essere sacerdoti, né gli passa per la testa di aspirare al diaconato... Sanno qual è la loro vocazione e la vogliono così. Questo è salutare. E fa bene.