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3/7/2012 - Irlanda – PE: lo scenario sociale, giovanile ed ecclesiale
Foto Service-IRLANDA – PE: LO SCENARIO SOCIALE, GIOVANILE ED ECCLESIALE

Don Patrick Hennessy, vicario dell’Ispettoria  “San Patrizio”, ci offre una scheda sulla realtà sociale, giovanile ed ecclesiale dell’Irlanda. Un quadro composto da dati d’indagine e prospettive che si aprono per la Chiesa e la missione salesiana.

La società irlandese
Negli ultimi 25 anni l’Irlanda è passata dalla depressione economica degli anni ‘80 agli eccessi di rapida crescita economica della cosiddetta “Tigre Celtica”, fino poi alla drammatica recessione degli ultimi quattro anni. È diventata sempre più globalizzata, secolarizzata, individualista e materialista. C’è un disincanto nei confronti delle istituzioni, in particolare verso le strutture della Chiesa Cattolica Romana; molto è dovuto ad una serie di scandali che hanno riguardato l’abuso sui minori e di potere.

Le comunità immigrate
Il censimento del 2011 mostra che i polacchi sono attualmente la più grande comunità immigrata nel paese (122.000). Il secondo gruppo, con circa 112.000 persone, è quello degli immigrati provenienti dal Regno Unito, il cui numero è invariato dal 2006. Tra i paesi extracomunitari, gli indiani e i cinesi sono i più numerosi.

Le persone che vivono in Irlanda con una cittadinanza diversa da quella irlandese sono divenute il 12% del totale, passando da circa 420.000 unità nel 2006 a poco più di 540.000 nel 2011. Ad eccezione di quelli provenienti dal Regno Unito, l’età media degli immigrati è piuttosto giovane.

Popolazione giovanile
L’Irlanda è il paese più giovane dell’Europa Occidentale: il 40% della popolazione è sotto i 25 anni e il 21% di questo segmento ha meno di 14 anni. Gli studi dell’ultimo decennio hanno dimostrato che i giovani sono per la maggior parte felici (70%), stanno vicini ai propri genitori e danno valore al loro parere nelle questioni importanti.

I giovani irlandesi sono generalmente ben istruiti, poiché hanno beneficiato dell’istruzione gratuita fino al terzo livello. Hanno una mentalità aperta e sono ben disposti ad incontrare e ad interagire con le storie di vita di amici e stranieri. Non sfuggono, tuttavia, agli stereotipi dei media, per i quali sono da considerare persone che hanno dei problemi o che sono un problema.

Vita famigliare
La vita familiare è cambiata in Irlanda negli ultimi anni. Tra il 1990 e il 2007 si è assistito ad un aumento del numero di donne attive nel mondo del lavoro e, di conseguenza, dell’affidamento dei figli fuori casa. I livelli di disoccupazione, tuttavia, sono aumentati notevolmente e un numero significativo di famiglie ha sperimentato un calo del tenore di vita, con molti più genitori in lotta per fornire ai loro figli le migliori condizioni.

Nonostante la recente recessione economica, i cambiamenti sociali avvenuti nei decenni precedenti continueranno a persistere. Il numero di nascite fuori del matrimonio continua ad aumentare, si parla del 34% di tutte le nascite. L’età media in cui le donne arrivano alla maternità al di fuori del matrimonio è poco superiore a 28 anni. Il numero di coppie che desidera un matrimonio cattolico è sceso dal 90% al 72% in poco più di un decennio. Le cerimonie civili rappresentano oggi un quarto di tutti i matrimoni che avvengono in Irlanda.

L’Irlanda detiene il più basso tasso di divorzio e il più alto tasso di fertilità dell’Unione Europea; la sua popolazione sta crescendo a ritmi più alti di qualsiasi altro paese europeo.

Cambiamenti sociali
I livelli di povertà infantile sono di nuovo in aumento e c’è il rischio di tornare all’11% del 2005. Tagli ai bilanci dei servizi sociali hanno portato ad una riduzione dei servizi fondamentali, alla scomparsa di personale qualificato ed esperto e al crescente isolamento dei giovani svantaggiati.

Le classi delle scuole primarie (4-12 anni) sono le seconde più numerose d’Europa, anche se il tasso di abbandono scolastico è migliore rispetto alla media europea. Gli studenti irlandesi che avevano 15 anni nel 2009 hanno conseguito il 17° posto nella classifica di alfabetizzazione matematica tra i paesi dell’Unione Europea, mentre in alfabetizzazione letteraria sono arrivati ottavi. In riferimento a questi risultati nelle scuole, il governo irlandese ha lanciato recentemente una campagna: “Alfabetizzazione letteraria e matematica per l’apprendimento e la vita”. La percentuale di popolazione tra i 25 e i 34 anni che ha completato il terzo livello di istruzione è la terza più elevata d’Europa.

L’attuale tasso di disoccupazione in Irlanda è allarmante: 14,3%. Il tasso di disoccupazione di lungo periodo è aumentato nell’ultimo anno dal 6,5% al 8,4% e rappresenta più della metà dei disoccupati. Un giovane sotto i 25 anni su tre è disoccupato e l’emigrazione di individui e di intere famiglie è in aumento (fino all’81% in più rispetto al 2006). Secondo quanto prevede l’Istituto di Ricerca Economica e Sociale, queste cifre probabilmente sono destinate ad aumentare ancora perché, dal momento che le economie mondiale ed europea sono in difficoltà, anche l’economia irlandese continuerà a rimanere depressa.

L'Irlanda è tra i maggiori consumatori di alcool in tutto il mondo. Il Progetto Europeo d’Indagine scolastica sull’alcool e le droghe del 2011 ha dimostrato, tuttavia, che il fenomeno del “binge drinking” tra i ragazzi (l’assunzione di varie bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve, ndr) è diminuito in Irlanda ed è ora nella media dei paesi analizzati; il 50% di ragazzi tra i 15 e i 16 anni che confessano di aver avuto bevuto alcol nell’ultimo mese. La cifra era il 73% nel 2003. Tuttavia quando gli adolescenti irlandesi bevono tendono ad assumere più alcool rispetto ai coetanei di altri paesi.

Poco più del 27% delle famiglie del nord e del sud dell’Irlanda attesta di aver fatto uso di droghe nella propria vita (sondaggio del 2010-2011). La cannabis è la droga più consumata in tutte le fasce di età. Seguono ecstasy, cocaina e funghi allucinogeni (ciascuno al 7%), anfetamine (5%), LSD ed eccitanti (entrambi al 4%). Meno dell’1% ha riferito di aver fatto uso di eroina (0,8%), crack (0,6%) o metadone (0,5%). Anche se l’uso di solventi rimane elevato tra i giovani, il tabacco è la forma più popolare di sostanza assunta.
Secondo quanto riferito dal Servizio di Giustizia Giovanile irlandese l’alcool è stato un fattore critico in circa la metà di tutti i crimini giovanili registrati. In una relazione del 2009 l’ente ha osservato che l’uso di droghe andava spesso di pari passo con l’alcol ed è stato correlato a crimini giovanili come aggressioni e conflitti a scopo di rapina.

Nel 2010 lo stesso ente ha rilevato che i reati legati all’alcool sono ai primi posti tra quelli presi in considerazione dal “Garda Youth Diversion Programme” (progetto per il reinserimento dei ragazzi problematici), e rappresentano quasi un quinto dei crimini giovanili. La relazione ha, inoltre, affermato che non vi è stato alcun miglioramento nel numero di giovani ammessi ai programmi di detenzione scolastica, con 125 giovani ammessi quell’anno.

In Irlanda per gli uomini la probabilità di suicidio è quattro volte più alta che per le donne; i tassi di mortalità in generale sono superiori in tutte le fasce di età per gli uomini, con un picco più pronunciato nel segmento 15-24 anni. Ci sono vari dati che attestano come i tassi di suicidio siano in aumento in relazione alla perdurante recessione. Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio Centrale di Statistica - in particolare nell’indagine “Donne e uomini in Irlanda” - nel 2010 si sono tolti la vita 386 uomini rispetto a 100 donne.

I giovani e la Fede
Nella Chiesa irlandese, la Pastorale giovanile è diventata un’attività di nicchia. Le ragioni di ciò sono molteplici e hanno la loro causa sia all’interno della Chiesa e sia nella società in generale. Nel complesso la pratica della Fede in Irlanda si è dimezzata rispetto a quella esistente all’epoca della visita di Giovanni Paolo II nel 1979. Le cifre della partecipazione alla messa domenicale variano in tutto il paese, da un minimo del 10% a Dublino ad una media del 46% a livello nazionale. Nel 2009 circa un terzo dei giovani tra i 18 e i 24 anni ancora partecipava alla messa settimanale. Ma queste cifre sono probabilmente scese ulteriormente a seguito della pubblicazione del Rapporto Ryan e del Rapporto Murphy sugli abusi sessuali su minori.

Agli occhi di molti la Chiesa istituzionale ha abbandonato il Vangelo. Non è stato vissuto con onestà e integrità da coloro che si erano proclamati guide e custodi del Vangelo. Per molti, adesso, le strutture gestite dalla Chiesa sono sospette, irrilevanti o da evitare. Resistono, tuttavia, una buona parte della tradizione cattolica e cristiana, i valori e il linguaggio ispirati la Vangelo. Le generazioni più giovani costruiranno la propria mentalità di vita sugli insegnamenti di Cristo, del Vangelo e della Chiesa. Non si può più ipotizzare che essi saranno introdotti alla Chiesa in un’ottica positiva dai loro genitori. Il ruolo del contatto personale positivo con una persona di Fede è di crescente importanza e il luogo del contatto è con sempre maggiore facilità esterno ad una funzione religiosa proposta della Chiesa.

I giovani di questa generazione non tollereranno il ripetersi degli scandali, la clericalizzazione, una teologia e una liturgia povere che possono essere sopravvissute all’interno della vecchia Chiesa. Molti dei giovani adulti di oggi possono collocarsi nella categoria dei “non ecclesiali”, cioè cattolici secolarizzati, inattivi, che frequentano la chiesa solo in rare occasioni. Anche questo termine può essere una categorizzazione troppo lontana per alcuni di questi giovani, che in realtà non saranno mai a contatto con la Chiesa istituzionale, ma che arrivano alla religione attraverso un particolare proprio percorso di vita o una particolare spiritualità. Altri possono essere cresciuti in una famiglia dove c’è ancora la pratica della Chiesa o il Cristianesimo è ancora vivo nelle storie e nel linguaggio, e potrebbero aver frequentato la Chiesa da bambini, ma attualmente non lo fanno più. Alcuni saranno non ecclesiali amichevoli, mentre altri saranno ostili. Ma pochi potrebbero restare indifferenti se avranno l’opportunità di sperimentare il messaggio del Vangelo vissuto con umiltà, onestà e integrità. L’occasione per ri-evangelizzare esiste ancora. È anche il caso di sviluppare una forma adeguata di catechesi.

I segni di una Chiesa vivace e impegnata si trovano nella nascita di gruppi di giovani cattolici quali “Youth 2000” o “Pure in Heart”, nell’apertura permanente tra i giovani adulti ad una relazione personale con Gesù, nel desiderio di trascorrere del tempo in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, nel desiderio di direzione spirituale e di una spiritualità che parla direttamente della ricerca dei giovani di un senso e di uno scopo per la vita. Nella generazione dei giovani tra i 18 e i 30 anni c’è una significativa minoranza che è pronta a prendere il proprio rapporto con Gesù e la propria Fede molto sul serio e a farli incidere sullo stile di vita. Sono aperti a forme di preghiera, incontri e liturgie ecclesiastiche (spesso con un forte contenuto devozionale). Altri, pur non aperti alla Fede e alla Chiesa, hanno un forte senso di servizio e di volontariato: in Irlanda si segnala un aumento del numero di chi si iscrive alle varie forme di volontariato in tutte le fasce d’età.

L’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmud Martin, nel 2010 ha invocato un agenda del cambiamento nella Chiesa irlandese, che permetta di avere nuovamente un posto significativo nella società irlandese, attraverso l’impegno ad essere autentici e fedeli alla persona e al messaggio di Gesù Cristo.

Questo è un invito che deve essere accolto dai Salesiani, che hanno un fondatore che ha avviato una missione, una pedagogia e una spiritualità che necessitano di pochi adattamenti o ri-espressioni per essere accolti dal pensiero e dalla mentalità moderna. Il Sistema Preventivo in questo paese si è dimostrato capace di dare supporto e di offrire uno sguardo utile in molti ambiti: dall’approccio terapeutico attualmente in uso negli istituti di assistenza, alla cura pastorale; dall’elaborazione dei più ampi curriculum formativi delle scuole di terzo livello, alla la filosofia dell’educazione informale… e viene sviluppato anche nelle politiche di riqualificazione dei centri urbani e nei programmi a supporto dello sviluppo professionale dei giovani adulti.

Pubblicato il 03/07/2012

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