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29/7/2013 - Brasile - GMG: noi Bororo e Xavantes innamorati di Don Bosco
Foto dell'articolo -BRASILE – GMG: NOI BORORO E XAVANTES INNAMORATI DI DON BOSCO
Fotografia disponibile in Image Bank

(ANS – Niterói) – Una delle 5 linee che Papa Francesco ha affidato ai vescovi del Brasile è stata l’Amazzonia: “cartina di tornasole, banco di prova per la Chiesa e la società brasiliane”. I Salesiani sono presenti da oltre un secolo nella grande Amazzonia evangelizzando e promuovendo la cultura e la vita. A Cuiabá, nel centro est del Brasile, Stato del Mato Grosso, sono arrivati nel 1894. Alla Giornata Mondiale della Gioventù, i salesiani dell’Ispettoria del Mato Grosso, hanno accompagnato, per la prima volta, una delegazione di 40 giovani: 20 Bororo e 20 Xavantes.

In Brasile ci sono 200 differenti tribù di indigeni, molte si trovano negli Stati del Mato Grosso e Mato Grosso del Sud. In questa area opera l’Ispettoria di Campo Grande, in collaborazione con la chiesa locale, con una presenza tra gli indigeni Bororo, Xavantes e, nel Mato Grosso del Sud, in collaborazione con l’Università Cattolica Don Bosco del Brasile (UCDB). Il lavoro dei figli di Don Bosco si coordina con il Consiglio Indigeno Missionario (CIMI) che promuove una pastorale per e con gli indigeni privilegiando la priorità vita, terra, educazione, salute e politiche pubbliche.

Bergamim, Flaviana, Vera Lina, Milton sono giovani indigeni che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù e agli eventi del Movimento Giovanile Salesiano svoltisi a Niterói. Hanno condiviso la loro esperienza con il corrispondente di ANS alla GMG.

Il loro impegno nelle proprie comunità come animatori MGS è dettato da due atteggiamenti: uno di preoccupazione per preservare la cultura millenaria messa a rischio dall’invasione degli stranieri – e per questo sono grati ai salesiani che sin dal loro arrivo li hanno aiutati a tutelare i diritti della vita e dei valori indigeni – l’altro di una grande passione per Don Bosco. Ognuno di loro ha una storia, insieme vogliono portare la ricchezza della GMG nelle proprie comunità.

Bergamim: è un giovane di 22 anni della comunità indigna di san Marco, Xavante. Sta frequentando il primo anno nella facoltà di Servizio sociale presso la UCDB. Quando era ragazzo suo nonno lo accompagnava alla missione salesiana, aperta nel 1950. Qui restava affascinato dai giovani salesiani in formazione che nel periodo estivo animavano varie attività: “Per me la figura di Don Bosco è legata a loro. Quello che dicevano di lui, io lo vedevo attuato in loro. Quando oggi si parla di Don Bosco io penso a loro: erano allegri. – racconta Bergamin – Per me, Don Bosco è una opportunità, un modello; come animatore cerco di fare come lui. Sono rimasto così colpito da quello che ha fatto che ho voluto fare i miei studi nell’università salesiana”.

Flaviana, è una giovane di 28 anni, della comunità Sangradouro, etnia Xavante, dove i salesiani sono presenti dal 1906. Flaviana è una insegnante nelle suole indigene della comunità e ora è iscritta al primo semestre di Fisioterapia presso la UCDB. Sin da piccola ha respirato in casa il clima salesiano: i suoi genitori, infatti, sono entrambi exallievi e quando durante l’ora di religione ha sentito parlare di Don Bosco per lei è stato naturale impegnarsi per gli altri. “Quello che mi colpisce di Don Bosco è il sogno dei 9 anni che si è fatto realtà; è il suo andare nelle prigioni, andava incontro ai giovani, credeva nei giovani. Don Bosco ha affrontato molte difficoltà per essere riconosciuto e ha lottato fino a riuscirci. Questo mi insegna a sognare e impegnarmi per la mia gente”. Flaviana è molto attiva come animatrice e educatrice e testimonia di aver sentito più volte la presenza materna della Madonna accanto se e in quello che fa: “una mamma mi ha ringraziato per aver aiutato il figlio a superare la dipendenza dalla droga, che è uno dei mali che colpisce le nostre tribù”. Nonostante l’impegno di studio ha voluto essere presente alla GMG che considera una vera esperienza di fede.

Vera Lina,  è la più giovane, ha 21 anni, è della comunità Meruri, Bororo, dove l’arrivo dei salesiani risale al 1902. Dopo aver completato la scuola secondaria ha preferito fermarsi momentaneamente e superare alcune difficoltà personali. Ha imparato a conoscere Don Bosco seguendo il papà mentre faceva il catechismo; lei è stata battezzata a 5 anni e cresimata a 15. “Don Bosco è unico, ha saputo fare della sua vita un dono per i giovani. Anche io voglio fare qualcosa per gli altri. – racconta con emozione Vera Lina preoccupata per i problemi della sua comunità - Nella mia comunità ci sono pochi anziani, molti giovani e bambini e la realtà della famiglia è minacciata. Il gruppo giovanile per me è stata un’esperienza forte, mi ha aiutato a crescere. Non volevo partecipare alla GMG, ma mio papà mi ha incoraggiata. Ora sono contenta per quello che ho ricevuto e voglio ritornare nella mia comunità con idee e energie nuove”.

Milton, di 26 anni, appartiene alla Comunità Meruri, Bororo, e frequenta il primo semestre di Diritto presso la UCDB. Nella sua comunità il carisma salesiano è molto ben radicato. È un convinto animatore e, ora che frequenta il centro universitario, continua a impegnarsi per la propria comunità anche attraverso le reti sociali.

“Di Don Bosco mi piacciono due frasi: ‘Maria ha fatto tutto’ e ‘Fino al mio ultimo respiro sarà per i giovani’. La prima perché esprime l’importanza della madre, la mia cultura è matriarcale e nella devozione di Don Bosco alla Madonna ho trovato questa profonda matrice; la seconda perché Don Bosco si è dato tutto agli altri. Io sento di dover imparare di più, di dare quello che sto ricevendo. È importante amare i giovani e portare tutto ai giovani”.

Pubblicato il 29/07/2013

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