(ANS – Porto) – Lo scorso 5 ottobre circa 700 operatori pastorali – catechisti, animatori e sacerdoti – provenienti da Viana do Castelo, Braga, Porto, Bragança, Aveiro, Leiria, Viseu e Lamego, si sono riuniti presso la scuola salesiana di Porto per migliorare la loro capacità di annunciare il Vangelo. L’iniziativa, denominata “E-vangelizar 2012”, è stata promossa dal Centro di Formazione dei Salesiani e coordinata dalle Edizioni Salesiane.
Nel discorso di apertura don Rui Alberto Almeida, sdb, esperto di Catechetica e Pastorale giovanile, ha presentato il progetto “Professare la Fede”, un sussidio per la catechesi dei preadolescenti. “Questa è la prima generazione di nativi digitali, cioè di giovani nati in un mondo con già telefonini, internet, mp3 e con una logica di comunicazione che comporta necessariamente il digitale e l’interazione” ha detto. Il salesiano ha indicato come i ragazzi di oggi si muovano meglio nella dimensione dell’ipertesto della rete, piuttosto che nella linearità di un libro; per questo motivo, i catechisti dovrebbero cercare di implementare nella catechesi questa logica “comunic-attiva” della rete, insieme all’interazione.
Al termine dell’intervento i partecipanti hanno visitato i vari spazi della scuola, dove, nell’arco di tutta la giornata, hanno potuto partecipare a 5 laboratori su un totale di 27 disponibili.
Il salesiano don Tarcizio Morais, direttore del Centro di Formazione dei Salesiani, alla domanda circa le esigenze e le difficoltà di E-vangelizar 2012, ha spiegato: “Questa proposta formativa è audace e impegnativa dal punto di vista dell’organizzazione, ma come salesiani siamo impegnati ad aiutare gli agenti di Pastorale a trovare nuovi modi di evangelizzare i giovani di questo tempo e di questa cultura”.
Nell’intervento di chiusura, sempre a carico di don Almeida, il relatore ha lanciato ai giovani la sfida della vita religiosa, come una vocazione che vale ancora la pena di seguire.
Tutti i partecipanti hanno sottolineato la necessità di mantenere sempre una prospettiva ottimista sulla missione, mantenendo la doppia fedeltà a cui gli operatori pastorali sono chiamati: il Vangelo, da un lato, e i destinatari a cui si parla, dall’altro.
Pubblicato il 12/10/2012