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22/4/2015 - Siria - Difendere l’educazione dei bambini nei paesi in guerra
Foto dell'articolo -SIRIA – DIFENDERE L’EDUCAZIONE DEI BAMBINI NEI PAESI IN GUERRA

(ANS – Damasco) – Sebbene negli ultimi anni siano stati compiuti notevoli progressi nell’atteggiamento verso l’educazione dei minore e si sia registrato un aumento nelle iscrizioni scolastiche, la violenze e l’instabilità in Medio Oriente e Nord Africa impediscono a moltissimi bambini di ricevere un’istruzione. 

Ad esempio, secondo un rapporto congiunto pubblicato da UNICEF e UNESCO, ci sono 2,6 milioni bambini siriani che non vanno a scuola, sia in patria, sia nei paesi vicini in cui sono rifugiati.

All’interno della Siria, i salesiani continuano ad accudire i giovani e le loro famiglie attraverso tre centri, ognuno dei quali animato da tre sacerdoti e un diacono. Attivi sin da prima della guerra, offrono lezioni e corsi di formazione, spazi d’incontro e di sviluppo sociale e attività sportive, oltre a consulenza post-traumatica, alloggi di emergenza, cibo e assistenza medica a chi ne ha bisogno.

“Portiamo avanti regolarmente le nostre attività e ogni venerdì circa 300 ragazzi e ragazze, dalla scuola elementare fino alla scuola superiore, frequentano le nostre lezioni”, spiega don Munir El Rai, Ispettore salesiano del Medio Oriente. “Il numero di giovani che frequenta le opere salesiane in Siria è in aumento. Uno dei motivi è la relativa sicurezza del nostro centro giovanile, rispetto ad altri centri giovanili parrocchiali”.

Nonostante le continue violenze, i centri salesiani continuano a soddisfare i bisogni delle loro comunità, anche attraverso aiuti economici e borse di studio per aiutare i giovani a continuare la loro formazione.

I salesiani accompagnano i profughi siriani anche in Turchia, Libano ed Egitto dall’inizio del 2012, e assistono quotidianamente tra i 400 e gli 800 profughi, molti dei quali sono donne e bambini. In questi campi per rifugiati i Salesiani forniscono aiuti d’emergenza per soddisfare le esigenze di base e la formazione tecnica dei rifugiati, al fine di aiutarli a trovare un’occupazione stabile nei loro nuovi paesi di accoglienza.

“I Salesiani si sono particolarmente focalizzati sulla fornitura di servizi di assistenza e supporto ai rifugiati nelle città – spiega Neill Holland, responsabile dei Programmi Internazionali della Procura Missionaria di New Rochelle – che sono particolarmente vulnerabili all’insicurezza economica, alla disoccupazione di lunga durata e al costo elevato dei beni di prima necessità, come un rifugio e il cibo. E che spesso sono molto esposti al rischio di essere sfruttati o coinvolti in situazioni compromettenti se cercano di fare qualche commercio con il paese ospitante per sostenere i familiari a carico”.

Pubblicato il 22/04/2015

comunica ANS news


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