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21/11/2014 - RMG - La situazione a Damasco, tra rassegnazione e speranza
Foto dell'articolo -RMG – LA SITUAZIONE A DAMASCO, TRA RASSEGNAZIONE E SPERANZA

(ANS – Roma) – “A Damasco siamo coccolati. L’elettricità manca 6 ore al giorno, il combustibile magari finisce per una settimana, la farina forse per due o tre, ma poi ci sono di nuovo… Questo è essere fortunati, perché da altre parti è molto peggio, ad Aleppo sono 2-3 mesi che non hanno acqua ed elettricità”. È la condizione della Siria, raccontata da un testimone diretto.

di Gian Francesco Romano

Riporta la nostra fonte che dopo 3 anni e mezzo la situazione “oggettivamente, è un po’ peggio di prima, ma il vissuto soggettivo delle persone è più sereno, perché la vita deve pur continuare”. In pratica, l’abitudine al peggio fa sembrare le cose migliori: “se 3 anni fa si sparavano 2 o 3 colpi di mortaio si chiudevano le scuole per qualche giorno e non si parlava d’altro; adesso possono caderne anche 20 bombe al giorno, ma tanto bisogna andare avanti…”.

La paura della morte incombe su tutta la popolazione, in una città dove tutti hanno perso almeno una persona cara. Ma per i giovani maschi il momento critico è la chiamata al servizio militare. “Entrare nell’esercito significa avere qualcosa come il 60% di possibilità di morire, oltre ovviamente a fare una vita terribile. Poi, da poco è stata fatta una nuova legge per il richiamo dei riservisti; e dall’inizio della guerra non c’è più possibilità di congedo. Cresce così il desiderio di fuggire via, per molti giovani e per le loro famiglie. Ma non è semplice, perché chi poteva scappare l’ha già fatto e chi è rimasto è chi non ne aveva la possibilità”.

Tutto ciò si ripercuote anche sul vicino Libano. “È l’unica via d’uscita: in Turchia e Giordania non si può, in Iraq è peggio… ma il Libano ha 4 milioni di abitanti, come può accogliere oltre 1 milione di profughi?”.

L’impegno dei salesiani rimane quello di dare speranza ai giovani. “Da quando è scoppiata la guerra la popolazione che frequenta la nostra opera si è molto modificata: prima avevamo circa 250 bambini. Ora è più rischioso raggiungerci, per cui vengono soprattutto ragazzi e giovani universitari, circa 500 in totale, tutti cristiani”.

Vari i livelli di coinvolgimento: “per tutti facciamo catechismo, organizziamo corsi di sport, teatro, musica, disegno…; poi, ci sono circa 120 ragazzi che desiderano impegnarsi maggiormente, attraverso il Movimento Giovanile Salesiano o altre associazioni; sono loro che animano i vari corsi e danno vita a varie iniziative, come un torneo di calcio tra le parrocchie cristiane o un musical ispirato ai 5 martiri salesiani di Poznan, che ci è servito a riflettere su come vivere cristianamente e salesianamente in tempo di guerra; circa 15, infine, sono inseriti in un cammino di accompagnamento e discernimento individuale”.

Non è semplice coltivare la speranza in tutti questi giovani; ma, come voleva Don Bosco, la soluzione passa dai ragazzi stessi: “Tutti qui hanno avuto una crisi di fede, ma chi ha alla fine aperto il cuore a Dio ha subìto come una purificazione e adesso ha una fede molto grande. E con chi ha passato tutto questo processo, si può fare tantissimo”.

Pubblicato il 21/11/2014

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