(ANS – Roma) – Don Jorge Crisafulli, Ispettore dei Salesiani in Africa Occidentale Anglofona, in un’intervista rilasciata ad ANS ha dichiarato che dopo mesi e mesi di sforzi, con il contributo determinante di benefattori e l’intervento diretto del Rettor Maggiore, il centro salesiano per gli orfani dell’Ebola a Freetown in Sierra Leone è tornato ad essere una scuola perché tutti i bambini ospitati sono stati riunificati con le loro famiglie estese, uno zio, un nonno o affidati a famiglie adottive.
“L’impegno di noi Salesiani ora, per i prossimi 3 anni, è quello di accompagnare e sostenere questi minori e le loro famiglie, assicurandoci che siano ben trattati, che vadano a scuola, che siano felici…”, racconta con soddisfazione l’Ispettore.
L’obiettivo dei Salesiani è quello di anteporre a tutto il benessere dei bambini e questo ha comportato un impegno lavorativo notevole con un grande impiego di mezzi e risorse. In alcuni casi è stato necessario costruire piccole abitazioni, provvedere all’assistenza legale, garantire alle famiglie adottive il sostegno per 3 anni.
Don Crisafulli spiega “abbiamo sempre cercato di realizzare un processo di guarigioneolistico, un percorso più lungo. I bambini nei nostri centri sono rimasti tutti dai 3 ai 6 mesi, seguiti da Salesiani, educatori, assistenti sociali, con un trattamento che prevedeva il recupero fisico, emotivo, psicologico”.
Inoltre l’Ispettore ha sottolineato “I giovani, con i medici e gli infermieri, sono stati gli eroi contro l’Ebola (…) Parlo anche dei giovani del Movimento Giovanile Salesiano. Sono stati i primi ad uscire fuori, prima ancora di noi Salesiani, prima dell’intervento dei vescovi già erano nelle piazze, nei mercati, distribuendo fogli informativi e preparando anche scenette e canti per spiegare come prevenire il contagio. La prima canzone contro l’Ebola passata per le radio era dei ragazzi dell’MGS”.
L’intervista integrale nella sezione Service di ANS
Pubblicato il 23/10/2015