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18/12/2015 - Australia - Da un campo profughi in Malesia alla vocazione salesiana: l’importanza dell’impegno per e con i giovani
Foto dell'articolo -AUSTRALIA – DA UN CAMPO PROFUGHI IN MALESIA ALLA VOCAZIONE SALESIANA: L’IMPORTANZA DELL’IMPEGNO PER E CON I GIOVANI

(ANS - Sydney) – “Quando avevo circa 8 anni, mio padre mi portò a casa di mio zio, che stava per fuggire dal Vietnam con il suo peschereccio. Ma per mio zio ero troppo piccolo per partire e mi rimandò a casa. Dopo 2-3 settimane venimmo a sapere che la barca di mio zio era affondata: l’incidente, nel quale sarei potuto morire, mi confermò che Dio mi aveva protetto e lo ringraziai per avermi permesso di vivere”.

 di Thuy Nguyen, SDB

A 11 anni mio padre mi voleva affidare ad un convento a Saigon, ma avevo paura di lasciare la mia famiglia. Fortunatamente, dopo un colloquio con i sacerdoti, mi riportò a casa. A 15 anni mi richiese se volevo fuggire su una barca di uno dei miei zii. Dopo tre tentativi, nel novembre 1987, scappai con la famiglia di mio zio (54 persone in totale) su un peschereccio di legno di 12 metri per 3. Mi fu sufficiente una settimana nel campo profughi in Malesia per essere sopraffatto dai sentimenti più tristi, e mentre scrivevo la prima lettera per il Vietnam piangevo.

Nel campo c’era una chiesa cattolica, così come un tempio buddista e altre chiese di diverse religioni. La famiglia di mio zio e io andavamo nella chiesa del campo. Un giorno dopo l’Eucaristia mio zio chiese a tutti noi di far parte del Gruppo Gioventù Vietnamita e con riluttanza iniziammo a parteciparvi. Il gruppo si rivelò un ambiente meraviglioso, pieno di gioia nella nostra vita di rifugiati. Riempì la mia vita con allegria, risate, speranza e forza, grazie alle quali superai tutte le difficoltà della vita dei rifugiati.

Mi piacevano davvero tanto quegli animatori che ci aiutavano a svolgere le attività nel campo. Per me, erano eroi e rimangono per sempre nel mio cuore. Si può pensare che essere un animatore o un leader nei gruppi giovanili non sia nulla di che; in realtà è un modello per i giovani e può cambiare la loro vita, proprio come quegli animatori nel mio campo che mi hanno aiutato a cambiare la mia.

Nel 1990 arrivai in Australia e, volendo restituire un po’ del ricevuto, mi unii all’Associazione Giovanile Eucaristica Vietnamita di Keysborough, Stato di Victoria, in cui rimasi per vari anni.

Attorno al 1998, già più che trentenne, pensavo alla mia vita e chiedevo costantemente a Dio di mostrarmi ciò che sarei dovuto essere, e il risultato è stato che sono entrato tra i Salesiani di Don Bosco, che lavorano con e per i giovani, soprattutto i più poveri abbandonati.

Ho voluto condividere tutto questo per trasmettere una cosa: se fai qualcosa per i giovani, anche una piccola cosa, sei già un leader, qualcuno che ha il potere di cambiare la vita di qualcuno. E come leader tutti abbiamo Gesù, il più grande, il nostro leader.

Pubblicato il 18/12/2015

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