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5/11/2014 - Italia - XII rapporto sulla libertà religiosa nel mondo
Foto dell'articolo -ITALIA – XII RAPPORTO SULLA LIBERTÀ RELIGIOSA NEL MONDO

(ANS – Roma) – Peggiora il quadro di rispetto della libertà religiosa nel mondo e i cristiani sono ancora il gruppo religioso maggiormente perseguitato. È quanto è emerso dalla presentazione della XII edizione del Rapporto sulla libertà religiosa di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS) avvenuta ieri, 4 novembre, a Roma.

Il volume analizza i principali avvenimenti dall’ottobre 2012 al giugno 2014 e riporta il grado di libertà religiosa in 196 Paesi, con riferimento alle violazioni subite non soltanto dai cristiani ma da tutti i gruppi religiosi. “Rappresenta la fonte più accurata in materia di libertà religiosa e la base per capire il mondo in cui viviamo”, ha detto il giornalista Roberto Fontolan, moderatore dell’evento.

“Se ascoltiamo le notizie quotidiane, abbiamo l’impressione che gli atti di violenza commessi in nome della religione stiano aumentando. Sfortunatamente questo Rapporto dimostra che le nostre impressioni sono corrette” ha aggiunto Peter Sefton-Williams, Presidente del comitato di redazione del Rapporto.

Nel periodo in esame sono stati rilevati cambiamenti in 61 dei 196 paesi, ma soltanto in 6 casi si è trattato di miglioramenti. Le nazioni con limitazioni alla libertà religiosa di grado elevato, medio o preoccupante sono 116, cioè il 60% dei paesi del mondo.

L’Asia si conferma il continente dove la libertà religiosa è maggiormente violata, con un incremento del fondamentalismo non soltanto islamico, ma anche indù e buddista. In Africa, la tendenza più preoccupante degli ultimi due anni è senza dubbio la crescita del fondamentalismo islamico.

In varie nazioni del Medio e dell’Estremo Oriente vanno nascendo stati mono-confessionali, in cui il gruppo religioso dominante cerca di prevaricare sulle minoranze. La recente affermazione dello Stato Islamico in Iraq è un chiaro esempio di tale fenomeno.

In America Latina gli ostacoli alla libertà religiosa sono quasi sempre causati dalle politiche di regimi apertamente laicisti o atei, che limitano la libertà di tutti i gruppi religiosi, senza distinzione di credo.

Ma anche in America del Nord si riscontrano casi relativi all’obiezione di coscienza, mentre nel Vecchio Continente, soprattutto nell’Europa Occidentale, sono in aumento l’“ateismo aggressivo”, l’analfabetismo religioso delle classi politiche e in maniera allarmante gli episodi di anti-semitismo.

ACS sostiene ogni anno circa 6mila progetti in oltre 140 Paesi in tutto il mondo. “Siamo convinti che la nostra attenzione al destino degli oppressi e dei perseguitati in ragione della fede, che siano iracheni, siriani, nigeriani, musulmani, cristiani o fedeli di altre religioni, non debba mai diminuire. Chiunque volga lo sguardo altrove, tradisce i perseguitati e mette in pericolo la libertà” ha spiegato Johannes Heereman von Zuydtwyck, Presidente esecutivo internazionale di ACS.

Schede e approfondimenti sul tema sono disponibili in varie lingue sul sito www.religion-freedom-report.org.

Pubblicato il 05/11/2014

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